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Una bella scorpacciata

Eleonora, ventiquattro anni, tornò a casa prima del previsto. Era stata una noia in ufficio: tante scartoffie da registrare, e quel porco del principale che per tutto il tempo aveva guardato nella sua generosa scollatura, dove un'abbondante terza di seno faceva bella mostra di sé.
Ora rientrava in casa desiderosa soltanto di una bella doccia.
Aprì la porta, abbandonò le chiavi su un mobile e si diresse verso la sua stanza per prendere gli indumenti intimi.
Quando fu vicina alla porta, un rumore la insospettì. Si arrestò perplessa, poi scrollò le spalle ed entrò.
La sua bocca si spalancò per la sorpresa.
Suo fratello Daniele, di vent'anni, si stava masturbando selvaggiamente. Intorno al cazzo teneva un paio delle sue mutandine di pizzo nero; un altro paio, questa volta bianche, le teneva davanti alla bocca, annusandole e leccandole.
Eleonora notò che i suoi cassetti erano tutti aperti. Evidentemente il porco aveva frugato a lungo, a caccia del tesoro più ghiotto.
Daniele non si accorse subito della presenza della sorella. Preso com'era a masturbarsi, ad annusare e a leccare, non aveva fatto caso a nulla. Era troppo concentrato; a quanto pareva, se la stava proprio spassando.
Eleonora restò paralizzata per qualche istante, incerta sul da farsi. Era scioccata, furiosa, disgustata; ma c'era anche qualcos'altro.
Un leggero fremito le aveva pervaso la figa.
Dopo qualche istante si riscosse.
"Daniele!" tuonò. "Che diavolo stai facendo, razza di depravato?"
Il ragazzo sussultò. Lentamente, come al rallentatore, si voltò verso la sorella, con la bocca spalancata.
"Posso spiegarti tutto" farfugliò cercando goffamente di coprirsi il cazzo con le mani. "Non è come credi, posso spiegarti tutto..." Intanto stava arrossendo vistosamente; il suo colorito passò dal rosa al rosso, infine al viola.
"Ah sì? Bene, spiegami, allora. Ti ascolto". Eleonora ora lo fissava severa, con le mani appoggiate sui fianchi. Quel leggero fremito alla figa però se ne era tutt'altro che andato...
"Io... allora..." Ma Daniele non aveva nulla da dire. Che giustificazioni poteva trovare? Rimase zitto e abbassò lo sguardo.
"Ti stavi masturbando con le mie mutandine", incalzò allora Eleonora, avvicinandosi al fratello. "Ma che razza di depravato sei? Non ti vergogni neanche un po?"
"Sì... sì che mi vergogno... mi vergogno tanto" rispose Daniele tornando a guardarla. "Ti chiedo scusa... ti prego, perdonami, è solo che... che... tu mi ecciti troppo..."
A queste parole, il fremito alla figa divenne più intenso. Non senza una punta di sorpresa, Eleonora si accorse che si stava bagnando. Non riusciva a crederci... questo significava che era più depravata di lui!
"Possibile che sia così puttana?" pensò tra sè.
Si avvicinò al fratello e si sedette sul letto accanto a lui.
"Ti perdono" gli disse, accarezzandogli una guancia. "E' normale essere sempre arrapati alla tua età..."
Poi notò il suo cazzo. Era il pisello più bello che avesse mai visto. Lungo, largo, con una cappella giantesca. Durissimo. Ne fu incantata.
"Ti faccio questo effetto?" gli chiese.
"Oh, sì..." rispose lui. "Me lo fai diventare durissimo, anche se sei mia sorella..."
"Sei un porcellino, fratellino mio..." disse Eleonora e, senza pensarci più, prese in mano quel cazzo meraviglioso.
Lo strinse forte, guardando l'espressione sorpresa - ma felice - di suo fratello.
"Vuoi che ti faccia una sega?" gli chiese guardandolo negli occhi.
"Oh, sì... lo vorrei tanto!"
Cominciò a menarlo dolcemente, mentre con l'altra mano gli accarezzava i coglioni pelosi e carichi di sperma.
"Ne hai tanta, vero? Ne hai tanta di sborra in queste tue belle palline..."
"Tantissima..."
Quasi senza rendersene conto, si avvicinò al suo viso e lo baciò. In un attimo gli infilò la lingua in bocca, cominciando a farla mulinare. Daniele rispose prontamente al bacio, godendosi la bocca della sorella e al contempo il suo sapiente lavoro di mano.
Poi Eleonora si inginocchiò tra le sue gambe. Continuando a masturbarlo, gli leccò i coglioni con la lingua.
"Ti piace?" gli chiese.
"Davvero tanto..."
Continuò quel lavoro libidinoso a lungo. Daniele gemeva, rantolava, si contorceva.
"Vuoi che te lo prenda in bocca?" gli chiese poi, fermandosi un istante e tornando a guardarlo negli occhi. "Vuoi che ti faccia un pompino? Vuoi che quella vacca di tua sorella ti faccia godere con la sua boccuccia calda?"
"Sì!" esultò Daniele. "Ti prego, fammi un pompino!"
Eleonora sorrise, si passò la lingua sulle labbra da vera porca, poi aprì la bocca e ingoiò il cazzo. Ne aveva davvero voglia; ne aveva avuto desiderio, a dir la verità, sin da quando lo aveva visto, così grosso, così duro, così invitante... da allora aveva agognato di tenerlo tra le labbra.
Cominciò a ciucciare rumorosamente, come la peggiore delle scrofe. Gli piaceva avvertirne la consistenza, il sapore; sentì che tra le sue gambe gli umori colavano copiosamente.
Intanto ciucciava; ciucciava; ciucciava come una cagna. Il fratello accompagnava dolcemente i movimenti della sua testa con la mano.
"Ti piace come te lo succhio?" gli domandò staccando per un attimo la bocca dal cazzo.
"Sei incredibile" rispose Daniele, gemendo. "Sei davvero insuperabile. E' il miglior pompino della mia vita, questo".
Soddisfatta, Eleonora riprese a leccargli l'asta. Poi tornò a dedicarsi ai coglioni, succhiandoli dolcemente. Infine, fece una cosa che non aveva mai fatto a nessun uomo: con la lingua, prese a leccargli il buco del culo.
Il gemito improvviso di suo fratello le fece capire quanto il porco apprezzasse il trattamento. Il maiale sollevò di un poco il culo, per offrire meglio il buco alla sorella.
Questa ci infilò la lingua per bene e cominciò a muoverla. C'era un sapore amarognolo, lì dentro, tutt'altro che piacevole... ma proprio per questo tremendamente eccitante.
Da brava troia, continuò a dedicarsi a quel buco oscuro e puzzolente. Nel frattempo con una mano segava il cazzo.
"Sì, da brava, leccami l'ano" bisbigliava suo fratello. Era al settimo cielo. Chi se lo sarebbe mai aspettato un trattamento del genere? Da sua sorella, per giunta! Godeva senza ritegno.
La sorella leccò ancora per un po' il suo culo, poi tornò ad imboccare il cazzo. Non voleva però trascurare del tutto l'ano, considerato il gradimento di Daniele; così, cominciò a sfiorarlo con un dito, mentre gli faceva la pompa.
Sempre continuando a succhiare la minchia, gli mise dentro il culo il dito fino al primo polpastrello, poi un po' di più e un po' di più ancora, finchè il dito, inumidito dalla sua saliva, non scivolò completamente dentro.
Daniele ora si contorceva ansimando senza più alcun pudore.
"Me ne darai tanta di sborra, vero?" gli chiese Eleonora staccando la bocca dal cazzo, ma continuando a penetrargli il culo col dito "me ne darai tanta di cremina, vero? Tanta bella cremina bianca, calda calda, tutta da bere..."
Stoicamente, il fratello resistette ancora per qualche minuto. Poi, ormai allo stremo, emise un leggero gridolino e riempì la bocca di sua sorella di sperma.
Con ingordigia, Eleonora ingoiò tutto fino all'ultima goccia. Ripulì per bene il cazzo del fratello, poi si passò la lingua sulle labbra, soddisfattissima.
"Che bella scorpacciata" disse. "Proprio una bella scorpacciata di sperma. Ne avevo tanta voglia... ora vediamo di far tornare duro il tuo cazzo, che anche io voglio godere".
Tornò a sedersi sul letto a fianco di Daniele. Accarezzandogli i coglioni, gli infilò la lingua in bocca e lo limonò a lungo.
Poi si tolse la magliettina che indossava e offrì le tettone al fratello.
"Leccami un po' le bocce, Daniele" gli disse. "Queste ti aiuteranno a fartelo tornare bello duro". Il fratello si avventò su quelle montagne di carne, ben felice di darle ascolto. "Così... bravo, baciale... mettici la testa in mezzo... mmm... così... mmm... ti piacciono, vero?"
"Certo... mmm... slurp..."
In breve il cazzo tornò ad alzare la testa.
Eleonora lo guardò estasiata. Finì di spogliarsi e disse:
"Ora è finalmente arrivato il momento di prendermelo in figa..."
Salì a cavalcioni sul fratello e s'impalò su quell'asta palpitante e vogliosa. Cominciò a fottere come un'indemoniata.
Le tettone ballavano libere davanti agli occhi di Daniele, che non perdeva occasione di baciarle e leccarle.
Eleonora non tenne il conto delle volte che venne. Era tutto troppo bello. Quando il fratello scaricò per la seconda volta il suo seme, lei godette ancora e disse:
"Finalmente anche la mia figa si è fatta una bella scorpacciata di sperma..."

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