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Tre Amici

Eravamo in tre. Sempre in tre. Gli inseparabili, ci chiamavano.
Io, vale a dire Paolo, Francesco e Daniela. Tre grandi amici che non si erano mai fatti problemi circa il fatto di essere due maschi e una sola femmina.
Avevamo tutti venticinque anni, allora. Che bei tempi, cazzo. A pensarci mi viene nostalgia. Ma non voglio raccontarvi niente di sentimentale o melenso, state tranquilli; voglio raccontarvi quel che accadde un pomeriggio d'inverno, mentre fuori pioveva a dirotto...

Ma prima è bene che presenti tutti i personaggi di questa storia, questo impareggiabile terzetto. Come ho già detto, avevamo tutti venticinque anni. Io ero un ragazzo come tanti, alto, moro, un fisico non proprio statuario - ma neanche malaccio, in verità.
Francesco era invece un vero playboy: alto, biondo e con gli occhi azzurri. Molte ragazze gli sbavavano dietro e che strage di cuori che aveva fatto! Come s'incontrava una ragazza, era difficile che lei non si innamorasse di lui. Raramente, infatti, quando ero in sua compagnia riuscivo a rimorchiare: Francesco catturava su di sè l'attenzione di tutte. Non me la presi mai però: mi era molto simpatico e avevo sempre piacere a stare in sua compagnia.
Infine eccoci a Daniela. Su di lei sarò un po' meno sbrigativo, perchè lo merita.
Non molto alta, (circa un metro e sessantacinque, credo) era però una ragazza meravigliosa. Capelli castani e lisci, da accarezzare come quelli di una bambola; occhi nocciola e profondi, che ti entravano dentro fino al cuore; labbra carnose e un nasino adorabile.
Ma passiamo al corpo.
Due tette meravigliose: una terza abbondante e soda, sempre messa in mostra grazie a generose scollature; un fisico asciutto e un culo che è impossibile descrivere.
Una figa pazzesca, insomma.
Confesso di essermi masturbato più volte pensando a lei; talvolta persino di aver scopato con altre ragazze avendo fissa nella mente la sua immagine. Il suo viso, il suo culo, le sue tettone...
Ma veniamo a quanto accadde quel pomeriggio di pioggia. Al pensiero mi eccito ancora...

Eravamo a casa di Francesco, noi tre soli. Con quel tempaccio nemmeno ci sfiorava l'idea di uscire. Una buona alternativa risultò essere la visione di un film. Era una cosa che facevamo spesso, a dire il vero, quando pioveva: ci piaceva sistemarci sul divano e guardare qualche bella pellicola, magari sorseggiando una cioccolata calda.
Ma quel pomeriggio accadde di meglio.
Non ricordo che film stessimo guardando, e in verità non ha la minima importanza.
Sedevamo su un comodissimo divano: io a sinistra, Francesco a destra e, come al solito, Daniela in mezzo.
Confesso che in realtà guardavo poco lo schermo: non so cos'avessi, ma quel giorno il mio sguardo cadeva continuamente nella scollatura della bella Daniela. Alla vista delle sue belle poppe il cazzo reagiva indurendosi.
Così lanciavo occhiate furtive, facevo finta di vedere il film e poi tornavo a sbirciare. Speravo che così lei non si accorgesse di nulla.
Non so quanto continuò questo avanti e indietro di sguardi.
Televisione-tette, tette-televisione, televisione-tette...
Finchè, dopo diversi minuti, mi accorsi di una cosa. Quasi spalancai la bocca per la sorpresa.
Francesco aveva appoggiato una mano sulla coscia di Daniela.
E lei non sembrava affatto infastidita.
Ci rimasi male, lo ammetto. Non che ci fosse qualcosa di sbagliato, ma tra di noi c'era come una regola non scritta: nessuno ci prova con nessuno. Eravamo amici, in fondo, e questa era la cosa più importante. Sapevo che Daniela aveva una cotta per Francesco; si capiva da come ogni tanto lo guardava, da come gli sorrideva, da come gli parlava. Pensavo però si trattasse di una cosa superficiale, così, una leggera infatuazione e niente più.
Invece ora... ora Francesco le stava accarezzando la coscia e lei lo lasciava fare indistrubato. Anzi: vidi che si voltò e gli sorrise.
Ero un po' geloso, lo ammetto.
Di Daniela, certo, ma non solo; la verità era che mi sentivo anche un po' escluso dalla cosa, come se il triangolo d'amicizia fosse in pericolo per lasciar posto ad un duo d'amore.
Finsi di non essermi accorto di nulla e di continuare a guardare il film. In realtà continuavo a lanciare occhiate per vedere cosa accadeva. Ora era televisione-coscia di Daniela, coscia di Daniela-televisione, televisione-coscia di Daniela...
Certo, non disdegnavo le tette neanche in questo caso, naturalmente.
Sotto i miei occhi la situazione stava evolvendosi. La leggera carezza stava diventando un massaggio, e la mano si spostava sempre di più verso l'interno coscia... ora l'inguine... infine la figa.
Sentii Daniela sospirare e ancora una volta feci finta di nulla. Finsi di non aver sentito.
Poi la situazione precipitò.
Sospirando, in uno slancio di eccitazione, Daniela si gettò su Francesco e cercò le sue labbra. Gli cacciò la lingua in bocca e cominciarono a limonare. Lui, da intenditore, con una mano continuava a massaggiarle la figa da sopra i jeans; con l'altra prese a palparle le tette.
Quelle meravigliose tette.
Naturalmente, fingere di non aver notato nulla ora era diventato impossibile. Mi schiarii la gola imbarazzato.
"Non ti scoccia, vero, se ci baciamo?" mi chiese Francesco.
"Niente affatto" risposi io con una prontezza che malcelava il mio disagio.
"Bene". E tornò a pomiciare con Daniela.
Volevo tenere gli occhi sullo schermo, ma non ci riuscivo. Dovevo guardarli, era più forte di me.
Intanto il mio cazzo s'induriva, s'induriva...
Poi accadde l'impensabile.
Proprio come se io non ci fossi, Daniela si sfilò la maglietta e rimase in reggiseno. Francesco si avventò subito sulle sue tette, come un rapace sulla preda. Cominciò a leccarle e succhiarle.
Lei gemeva.
"Ti piacciono?" gli chiese.
"Sono meravigliose" rispose lui.
Incapace di trattenermi, cominciai a massaggiarmi il cazzo da sopra i pantaloni. Era incredibile quello che stava accadendo a pochi centimetri da me!
Incredibile e incredibilmente eccitante.
Daniela si alzò in piedi e, sempre come se io non ci fossi, si sfilò i jeans e poi le mutandine. Era rimasta solo in reggiseno, con le tettone fuori dalle coppe.
Era splendida.
"Ti va di leccarmi un pò la figa?" chiese.
"Certo" rispose Francesco. Daniela si sdraiò sul divano e allargò le gambe. Un invito fantastico; un invito a nozze. Francesco ci si tuttò e cominciò a farle un bel lavoretto di lingua. Lei ansimava come una vacca.
"Come lecchi bene" diceva. "Hai una lingua fantastica... mmm... come mi piace... sei bravissimo... mmm... aaah... mi sei sempre piaciuto, Francesco, sempre... non sai quanto ho desiderato questo momento... quanto l'ho sognato.."
Lui leccava, leccava.
Sbavava.
"Voglio ricambiarti il favore" disse lei dopo un po'.
Cazzo, ma a me non ci pensavano? Non avevano la minima decenza? Ero lì, a due centimetri da loro, e facevano i loro porci comodi come se fossero stati da soli!
Che maiali sfacciati!
Francesco accolse con entusiasmo, naturalmente, la proposta di Daniela. Si sfilò veloce i calzoni e si calò le mutande, poi si mise comodo sul divano.
Aveva un cazzo enorme, c'era da ammetterlo. Molto più lungo e largo del mio, che era comunque di discrete dimensioni.
Daniela ci si avventò proprio come Francesco aveva fatto prima con la sua figa. Lo imboccò subito, senza tanti preamboli: con un gesto veloce se lo fece sparire in bocca.
Cominciò una pompa intensissima. Al posto di Francesco probabilmente sarei già venuto. Che ritmo! Che succhiate poderose! Da svenire.
Continuai a massaggiarmi il cazzo da sopra i calzoni. La mia eccitazione era pari alla mia frustrazione: avevo capito che non avevo alcun ruolo nella faccenda. Speravo però di riuscire ad ottenere qualcosa anch'io. Una piccola parte, per quanto marginale.
Senza più alcun pudore o remora, mi tirai fuori il cazzo e me lo presi in mano. Cominciai a masturbarmi selvaggiamente. Dopo pochi colpi mi sborrai tra le dita, macchiandomi i calzoni e la maglietta. Quanta sborra avevo nelle palle!
Solo allora si accorsero di me.
Daniela staccò la bocca dal cazzo di Francesco e si girò a guardarmi. Scosse lentamente la testa, in segno di derisione, poi si rivolse a Francesco.
"Meno male che tu non sei come lui" gli disse. "Meno male che tu duri a lungo... ho voglia di divertirmi tanto col tuo cazzo".
E tornò a succhiare.
Francesco reclinò la testa e si godette la pompa.
Passarono i minuti, ed io mi accorsi di una cosa: il mio cazzo stava riacquistando vigore.
Quella scena era troppo eccitante.
Ed io ero troppo arrapato.
Così, in breve, ripresi a masturbarmi, mentre Daniela continuava la sua pompa.
Francesco si girò a guardarmi e per un istante ci fissammo negli occhi: lui che si godeva la bocca di Daniela, io soltanto la mia mano.
"Ehi, Daniela", disse.
Lei alzò la testa.
"Che c'è, Francesco?"
"Che ne dici di far divertire un po' anche Paolo? E' molto arrapato".
Lei sospirò.
"In che modo?", chiese.
"Decidi tu quello che vuoi concedergli. A Paolo andrà bene. Vero?"
Annuii all'istante.
"Mmmm" fece Daniela. "Va bene. Però non voglio toccare il suo cazzo. Queste sono le regole. Quindi facciamo così: mentre io continuo il pompino a Francesco, tu, Paolo, mi lecchi il culo".
Andava bene. Non era il massimo, ma era qualcosa.
Mi accucciai alle sue spalle e cominciai a leccarle il buco del culo. Nel frattempo continuavo a smanettarmi. Il suo culo aveva un sapore amarognolo, ma era comunque molto, molto eccitante.
"Quanto mi piace il tuo cazzo" diceva Daniela a Francesco, tornando probabilmente a dimenticarsi di me - eccezion fatta forse per la mia lingua che le leccava l'ano.
"Leccami anche la figa", mi disse dopo un po'. "Insalivala per bene, che deve ricevere la mazza di Francesco".
Obbedii.
Poco dopo lei si alzò, salì sul divano e si calò sul cazzo di Francesco. Cominciarono a galoppare.
Io, da dietro, ripresi a leccarle il culo, ora pericolosamente vicino al cazzo di Francesco.
"Mmmmm, che bella minchia che hai" ansimava lei "come mi piace sentirlo in figa... come mi fotti bene Francesco.... aaahhh... voglio che mi sborri dentro, sai? Sì... voglio tutta la tua sborra nella figa... stai tranquillo, tanto prendo la pillola... allagami la fregna..."
Lui accellerò. Il ritmo s'era fatto ora vertiginoso. Faticavo a stare dietro al ritmo con la mia lingua nel suo culo.
Continuavo a smanettarmi velocemente.
Qualche minuto dopo, con la faccia immersa nelle sue tette, finalmente Francesco venne inondandole la figa di sborra. Anche lei venne; un'orgasmo che la fece vibrare.
Poi restarono così, abbracciati, baciandosi dolcemente, per qualche minuto. Io avevo tolto la lingua dal culo di Daniela e ora li guardavo, con il cazzo ancora duro in mano, incerto sul da farsi.
Quando ebbero finito di baciarsi, Daniela si sfilò il cazzo di Francesco dalla figa e si voltò verso di me.
"Anche tu devi pur venire", disse. "Mi sembra giusto".
"Mi fai una sega?" le chiesi timidamente.
Lei scosse la testa.
"No" disse, "mi dispiace. Ti avevo detto che il tuo cazzo non lo toccavo. Non prendertela; niente di personale, ma non mi piaci. Però se vuoi puoi toccarmi mentre ti masturbi, così fai prima".
Ci sedemmo sul divano e cominciai a palparle le tettone mentre mi masturbavo.
"Posso baciarle?" le chiesi.
"Questo sì" mi rispose. "Così vieni in fretta".
Affondai la testa in quelle bocce meravigliose e mi masturbai ancor più velocemente. Quelle tette erano proprio il paradiso...
Pochi istanti dopo venni, inonando il pavimento.
Daniela, dato che con me aveva finito, si voltò verso Francesco. Lo baciò e si accoccolò contro di lui.
Pensai che probabilmente si sarebbero messi insieme.
Nel frattempo il film stava finendo. Non ne avevamo visto granché. Comparirono i titoli di coda.
"Gran bel film" commentò Francesco. Poi tutti e tre scoppiammo a ridere insieme.

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