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Il Cervo E La Fidanzata Tettona (III)

1

Era una fredda sera d'inverno, di quelle così rigide che vorresti solo startene dentro casa, sotto le coperte. Decisi di chiamare la mia ragazza, Valentina, e chiederle se aveva voglia di raggiungermi.
"Ciao Valentina... senti, ti va di passare la serata da me? Ci guardiamo un film, se vuoi".
"Oh amore, mi piacerebbe, ma... stasera ho un appuntamento con Davide".
Provai un brivido di rabbia, gelosia... ed eccitazione.
"Oh, capisco", borbottai. "Non puoi proprio annullarlo? Avevo voglia di stare con te, stasera".
"Amore mi dispiace... ormai gliel'ho promesso... se non vado Davide ci resta male... Ti prometto però che dopo, quando mi riporta a casa, vengo subito da te, fosse anche notte inoltrata. D'accordo?"
"D'accordo" sussurrai con un filo di voce.
Mentre stavo riponendo l'apparecchio, sentii la voce di Valentina:
"Amore, mi raccomando" mi disse con tono malizioso "non farti troppe seghe mentre mi aspetti!"

2

Attesi, come sempre frustrato ed eccitato allo stesso tempo. Nella mia mente scorrevano le immagini di Valentina, la mia amata, la mia dolce fidanzata, posseduta da quel porco, quel bastardo di Davide. Non avrei mai creduto, se qualcuno prima me lo avesse detto, di poter finire in una situazione simile. Eccitarmi pensando alla mia ragazza sbattuta da un altro... impossibile, impossibile.
Eppure era così, e mentre i minuti passavano, e le ore pure, mi ritrovai con il cazzo in mano intento a farmi una sega. Mi immaginai Valentina china sul pacco di Davide, intenta a succhiargli il cazzo, poi prenderlo tra quelle belle tettone, infine fottere come assatanati. Sborrai nella mia mano copiosamente.
Persi la cognizione del tempo e, sdraiato su una poltrona, chiusi gli occhi.
Mi assopii...

A destarmi fu il suono del campanello. Guardai l'orologio: erano quasi le quattro del mattino.
L'aveva proprio tirata per le lunghe, quella stronza della mia ragazza! Naturalmente ero certo che si trattasse di lei. Chi altri sennò poteva piombare a casa mia a quell'ora?
Avevo ragione.
Valentina entrò quasi danzando sulle punte delle scarpe, visibilmente felice e soddisfatta.
"Ciao amore!" mi salutò "Visto che sono passata? Dormivi?"
"Sì, mi ero appisolato" ammisi. "D'altronde arrivi a quest'ora..."
"Oh ma sai, Davide non ne aveva mai abbastanza... e... oh, ma perchè non ci sediamo?"
Ci sistemammo sul divano.
"Allora", disse lei dopo avermi dato un veloce bacio sulle labbra. "Da dove vuoi che inizi a raccontare?"
"Dall'inizio", risposi "voglio sapere tutto".
Lei parve riflettere un po'. Poi disse:
"Ho un'idea... inizierò mostrandoti una cosa!"
Detto questo si sfilò il maglione.
Rimasi a bocca aperta.
Le sue grandi tette, mal contenute dal reggiseno, erano completamente ricoperte di sperma. C'era sborra ovunque, ma soprattutto nel morbido e godurioso solco. Lì si era raccolta una quantità incredibile di liquido bianco.
Se la mia bocca si spalancò, il mio cazzo ebbe una reazione ancor più repentina: divenne subito duro come il marmo.
"Uh, il mio amore si sta già eccitando..." disse lei, alla quale la cosa non era evidentemente sfuggita. "Vedi tutta questa bella cremina bianca? Me l'ha data Davide... è stato così gentile a regalarmene così tanta... si è proprio svuotato le palle tra le mie tette, al termine di una lunga ed eccitante spagnoletta... mmm... al solo pensiero ancora mi bagno... ha sborrato davvero tanto... e non è stata neanche l'unica volta..."
"Che vuoi dire?"
"Voglio dire che questa sera quel porcellino di Davide ha mostrato di essere un vero stallone... mi ha regalato la sua cremina ben quattro volte..."
Cazzo, pensai. Quattro volte. Ecco perché era venuta così tardi a casa mia. Era stata molto, ma molto impegnata...
"Sei troppo troia..." le dissi.
"E tu sei troppo cornuto... dai amore, sai cosa devi fare adesso... leccami le tette piene di sborra... dai che ti piace tanto... su non farmi aspettare..."
Obbedii, con un certo piacere, non posso negarlo. Posizionai la faccia tra le sue tettone e cominciai a leccare lo sperma.
"Mmmm" gemeva lei "senti com'è buona la cremina di Davide... senti che buon sapore che ha... goditela amore... mmm... lo so che ti piace tanto... piace tanto anche a me... sapessi com'è bello sentirla nella figa e nel culo..."
Io intanto continuavo a leccare. Avevo pulito per bene i capezzoli e la zona intorno, ora mi stavo dedicando al solco profondo tra quelle due montagne di carne, dove l'inondazione di quel porco era stata più copiosa.
Ce n'era in quantità incredibile.
Inutile dire che mentre leccavo, il cazzo continuava a indurirsi...
"Bravo porcellino" diceva lei, posando ora la mano sul pacco e accarezzandomi il cazzo duro senza però tirarlo fuori "leccami tutta... lecca le mie tettone sporche di sborra... mmm... come ti piace... senti com'è buona... bravo, sei proprio un bravo cornuto... un cornutello esemplare... se farai tutto quello che ti dico, vedrai che alla fine ci sarà un bel premio per te..."
Così continuai a leccare fino a che il suo seno non fu completamente pulito.
"Bravissimo!", mi disse. "Ora leccami anche il culo... quel porco di Davide, oltre ad avermelo sfondato, l'ha riempito bene bene..."
Si spogliò completamente, poi si mise a novanta sul divano e agitò il bel culo davanti alla mia faccia.
"Forza amore", mi disse "tira fuori la lingua e lecca via tutta la cremina bianca, che ti piace tanto..."
Le infilai la lingua fino in fondo, in quel buco pieno di sperma, e leccai via il più possibile. Lei gemeva, eccitata più che mai, probabilmente ripensando a quando il suo amante l'aveva inculata a dovere.
"Mmm, che bello" ansimava "non ci sono cornutelli ubbidienti come te..."
Continuai a leccarle finché lei non mi interruppe. Mi fece sdraiare sul divano, mi slacciò i calzoni e liberò il mio cazzo durissimo.
"E' molto più piccolo di quello di Davide" mi schernì. "Il suo bastone è incredibile... davvero, il tuo non può essere paragonato affatto a quel cazzone...". Me lo prese in mano e cominciò a segarmi lentamente. "Sai" continuò "mi sono proprio innamorata dell'uccello di Davide... di quell'uccellone e del suo padrone... proprio non posso farne a meno... stasera mi ha farcita per bene..."
Poi quella troia di Valentina salì a cavalcioni su di me, ancora sdraiato sul divano, e s'impalò sul mio cazzo. Cominciò a muoversi lentamente.
"Oh amore..." diceva "avresti dovuto vedere come Davide mi ha farcita... come mi ha scopata... a lungo e profondamente... è davvero un bravo stallone, così come tu sei un bravo cornutello... senti la sua sborra dentro la mia figa? Ah sì... sì che la senti... e vedo anche quanto ti piace... cornuto... coglione... senti com'è ancora calda... immergi il tuo cazzo in questa bella crema... mmm... dai amore... scopami anche tu... scopa la mia figa che già ha accolto un altro uccello... sì... mmm... quanto vorrei che Davide fosse ancora qui... e mi prendesse di nuovo... quanto vorrei che al posto tuo adesso ci fosse lui..."
Ero eccitato oltre ogni limite, ma lottavo per trattenermi. Non volevo ancora venire. Mentre la fottevo, e sentivo chiaramente lo sperma di Davide nella sua figa, colarmi lungo l'asta e le palle, alzai la testa per leccarle le tettone, ma lei mi fermò.
"Eh no", mi disse "ormai le hai pulite da tutto lo sperma del mio amante, non puoi più leccarle... quando sono pulite può leccarle solo lui... questa è una nuova regola... tu puoi goderti le mie bocce solo quando sono ricoperte di sperma... ma non pensarci ora, amore... ora goditi la mia fichetta... accontentati di quella... senti com'è morbida e bella allargata... senti quanta sborra c'è dentro... mmm... ti piace, vero? .... Davide si è svuotato i coglioni per bene...."
Continuavo a fotterla come un'indemoniato. Poi fui assalito da un dubbio...


Già. I conti non tornavano. Valentina aveva detto che Davide era venuto quattro volte. Quattro sborrate, ed io fino a quel momento ne avevo contate (meglio dire che ne avevo trovata "traccia") solo, si fa per dire, di tre: tra le bocce, nel culo, e nella fighetta che ora mi stavo scopando. E la quarta sborrata? Forse Davide le era venuto due volte in culo, o due volte in figa, oppure due volte tra le tette. Poteva ben essere così, ma avevo un sospetto. Il sospetto che la verità fosse un'altra e ci fosse una sorpresa in arrivo.
E infatti...


Valentina interruppe la cavalcata e armeggiò con la borsetta, che si trovava vicino al divano.
"Cosa stai facendo?" le chiesi.
"Amore" mi rispose "non ti avevo forse parlato di un premio, se tu avessi fatto il bravo? Il bravo lo hai fatto, quindi il premio te lo sei meritato..."
Quando vidi cosa tirò fuori dalla borsetta fu tutto chiaro.
Era un preservativo... un preservativo pieno di sperma.
"La quarta sborrata" mi spiegò "è qui dentro. Sai, dopo essermi fatta riempire culo e figa e allagare le tette, ho pensato di portarti un regalino. Così, dopo essermelo chiavato ancora a lungo e in tutte le posizioni possibili, gli ho messo un preservativo e gli ho fatto una bella sega mentre gli leccavo le palle. E' stato molto eccitante, sai, cornutello? Che buon sapore hanno le sue palle pelose! Le ho leccate a lungo, le ho succhiate come dolci caramelline, mentre la mia morbida manina faceva su e giù lungo la sua asta... alla fine è venuto, quel bravo maialino, e ha riempito tutto il preservativo".
Riprese a cavalcare il mio cazzo stremato. Nel mentre, portò il preservativo davanti alla mia bocca e lo svuotò.
"Lecca, porco", mi disse continuando a fottermi. "Lecca tutta la cremina di Davide. Ne vai ghiotto, lo so, cornutello... quasi quanto me, vero? Dai amore... bevi tutto... non lasciarne neanche una goccia, non può andare sprecata... Davide è stato così gentile, non vorrai mica mostrarti scortese e rifiutare il suo dolce e caldo seme? Dai su... così... ecco... che bravo che sei... hai fatto una bella scorpacciata di sperma stasera, vero? Mmmm... dai, nel frattempo continua a muovere per bene il tuo cazzetto nella mia figa piena di altro sperma... mmm... oh sì che bello... che maialino che sei... un coglione pervertito... oooh... su su... da bravo... ecco, lo hai bevuto tutto..."
Continuavo a fotterla, ma ormai ero prossimo all'orgasmo.
"Bravo porcellino... ecco, ora leccami le dita, che sono ancora un pochino sporche... bene... e adesso rilassati, rilassati e sborra... vieni cornutello... vieni stupido coglione... sborra anche tu nella mia fighetta..."
Non riuscii più a trattenermi. Venni copiosamente. Nulla in confronto, certo, a tutto lo sperma che le aveva regalato il suo amante.

3

Poco dopo Valentina andò in bagno a farsi una doccia. Io restai sul divano, immobile, il cazzo sporco di sperma... del mio e di quello di Davide, che aveva colmato poche ore prima la figa della mia ragazza e che era colato lungo tutto il mio uccello e le mie palle.
Non sapevo cosa pensare. Non più. Nè della mia fidanzata, nè di me, nè di quella incredibile situazione. La mia mente era vuota.
Pochi minuti dopo arrivò il sonno. Chiusi gli occhi.

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