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Il Racconto Di Serena

Continuavo a domandarmi cos'avesse Serena. Da circa una settimana il suo atteggiamento era divenuto insolito. Sembrava sempre sovrappensiero, distratta; quando le parlavo avevo l'impressione che neanche mi ascoltasse. Alle telefonate rispondeva in modo evasivo e frettoloso, quando invece eravamo insieme evitava di incrociare il mio sguardo. Non riuscivo a capire, ero molto confuso. Stavamo insieme ormai da quasi due anni (ne avevamo entrambi ventiquattro) e non l'avevo mai vista con un atteggiamento simile. Cos'era successo?
"Niente" rispondeva lei, ogni volta fingendo di guardare un punto imprecisato alle mia spalle. "Cosa vuoi che sia successo..."
"Sei strana. Non sei mai stata così, amore. Se c'è qualcosa che vuoi dirmi, fallo".
Ma lei ripeteva che era soltanto una mia impressione, niente di vero. "Ti stai immaginando tutto" diceva. "Non mi comporto affatto in modo strano".
Ma ormai avevo fiutato che qualcosa non andava, e niente poteva togliermelo dalla testa. Sentivo la puzza di qualcosa e dovevo capire di cosa si trattava.
Così una sera, dopo che per tutto il pomeriggio Serena si era mostrata freddina, mi ero deciso ad andare a fondo nell'argomento. Volevo, anzi dovevo sapere cosa c'era che non andava.
La portai a casa mia e ci sedemmo sul letto, uno accanto all'altra. Le presi la mano, gliela baciai, e le dissi:
"Per favore, amore, dimmi cosa c'è che non va".
Lei fece un lungo sospiro, e allora capii che era accaduto qualcosa di grave.
"Certe cose è meglio non saperle" mi disse "è meglio che stia zitta".
"Niente affatto!" replicai. "E' giusto che io sappia. Non aver paura, puoi dirmi qualsiasi cosa..."
Lei mi guardò ancora, pensierosa e indecisa. Poi disse, tutto d'un fiato:
"Ti ho tradito, ecco cosa c'è che non va. Ti ho messo le corna con un tuo amico".
Aprii la bocca, ma non ne uscì niente. Non sapevo che dire, ero rimasto di sasso. Non riuscivo a crederci... eppure era la logica spiegazione del suo recente comportamento.
"Con chi?" riuscii a domandarle infine.
"Sei sicuro di volerlo sapere?"
"Voglio sapere tutto, di questa storia".
Lei annuì. "Sì, ormai tanto vale la pena parlarne, raccoltarla fino in fondo. E' inutile girarci intorno. Ti ho tradito con Ettore".
Sussultai. Non solo Serena mi aveva messo le corna... ma l'aveva fatto con una persona che ritenevo fidata. Un nodo mi si formò in gola.
"Raccontami tutto", riuscii a sussurrare.
Lei fece un altro sospiro lunghissimo, poi cominciò:
"Ti ricordi quando sono uscita con le mie amiche? Ecco, be', siamo andate a mangarci una pizza... eravamo solo io, Lucrezia e Sabrina, proprio come ti avevo detto. Ma in pizzeria abbiamo incontrato anche Ettore. Se ne stava tutto solo, così quando ha chiesto di unirsi a noi non abbiamo potuto dirgli di no". Tacque per un momento, cercando le parole giuste per continuare. "Una cosa che tu non sai" aggiunse "è che Ettore ci prova con me da molto tempo. Non te l'ho mai voluto dire perchè temevo che tu facessi una scenata. Comunque, le cose non andate così: si è unito al nostro tavolo e ha cominciato a scherzare e a parlare con noi. Nel frattempo, però, mi mangiava con gli occhi. Mi fissava continuamente le gambe, la scollatura... e ad un certo punto, dato che si era seduto vicino a me, ho sentito la sua mano sulla mia coscia".
Sussultai di nuovo, stavolta non solo per il dispiacere e la gelosia, ma anche per qualcos'altro: mi accorsi che mi stavo eccitando. Ma com'era possibile? Non riuscivo a crederci, eppure quel racconto stava stimolando le mie fantasie...
"Be', Ettore ha continuato a toccarmi per tutta la sera. Le altre non si sono accorte di nulla".
"E tu non non gli hai detto di mettere le mani a posto? Di lasciarti in pace, insomma?"
"Perdonami amore... ma non so cosa m'è preso. Ho cominciato a eccitarmi... mi sono bagnata. Non volevo che togliesse la sua mano dalla mia coscia. Mi piacevano le sue carezze. Lo desideravo".
A quelle parole anche la mia eccitazione salì. Ebbi un'erezione che tentai goffamente di nascondere, piegandomi un po' in avanti. Ma Serena se ne accorse e, interrompendo per un attimo il racconto, disse:
"Vedo che ti stai eccitando... sei un porco..."
Prima che potessi ribattere, allungò una mano e cominciò ad accarezzarmi il cazzo da sopra i calzoni. Scorsi sul suo viso un sorrisetto. Avevo capito il suo gioco: probabilmente pensava che, se avessi goduto durante il suo racconto, dopo non avrei potuto farle la morale.
Continuò a toccarmi un po', un massaggio molto eccitante che fece aumentare di volume il mio pisello. Poi continuò:
"Dopo cena, dovevamo andare tutte quante al cinema. Era questa la nostra idea all'inizio della serata... ma a me non andava più di andare al cinema. Volevo stare con Ettore, non desideravo altro. Così mi sono inventata che stavo male, e Ettore ha detto alle mie amiche che mi avrebbe dato un passaggio. Invece siamo andati a casa sua..."
Notai che Serena si stava eccitando mentre raccontava; per lei era come rivivere quei momenti. Mi tirò fuori il cazzo e cominciò a masturbarmi.
"Ti piace, eh, porco?" mi apostrofò "ti eccita l'idea della tua ragazza sbattuta da un altro, vero? Sì che ti eccita... Sei un porco... Mmm... senti che bella sega che ti faccio". Poi si sollevò la magliettina e mise in mostra i seni. "Guardali" mi disse "guarda le mie tette e pensa a come Ettore se le è succhiate... perchè è la prima cosa che ha fatto quando siamo entrati a casa sua".
Intanto la sega mi stava mandando in paradiso.
"Poi abbiamo pomiciato a lungo" continuò "è stata una cosa dolce, sai. Forse persino romantica. Lui era molto gentile... ma poi io non ho resistito. Gli ho calato i calzoni e gli ho preso il cazzo in bocca. Ho cominciato a succhiare e a leccare come una pazza. Il suo sapore mi piaceva molto... molto più del tuo".
Intanto con la mano scese a massaggiarmi i coglioni. Dovetti fare uno sforzo per non sborrare subito, prima della fine del racconto.
"Poi" proseguì la mia ragazza "be'... poi mi sono spogliata e, lentamente, ho tolto i vestiti anche a lui. L'ho leccato lungo tutto il corpo: partivo dai coglioni per risalire fino alle sue labbra e infilargli la lingua in bocca. Mi soffermavo sui capezzoli... lui gradiva molto. Poi non ho resistito più: gli sono salita sopra e me lo sono infilata tutto nella figa. Abbiamo cominciato a fottere come due maialini... è stato bellissimo. Ondeggiavo lentamente, poi mi impalavo con più decisione. Lui godeva tanto, e anche io. Mentre fottevamo, gli ho preso la testa e l'ho spinta verso le mie tette. Le ha leccate per bene..."
Io ero agli sgoccioli: il suo lavoro di mano, unitamente al suo racconto, mi aveva portato all'estremo della resistenza. Lei se ne accorse e con un sorriso malizioso disse:
"Oh ma che porcellino che è il mio amore... come si è eccitato... vuoi venire, tesoro?"
"Sì..." sussurrai.
"Mmm... allora vieni qui nella mia mano" disse accelerando il ritmo della sega "Sì sborrami qui nella mano, porco... su, da bravo... sborra nella mia mano pensando a Ettore che mi riempie la figa..."
Sborrai a lungo, come mai in vita mia. Lei si pulì il mio sperma dalle mani, sporcando le coperte del letto. Poi, senza dire una parola, si alzò e andò in cucina a bere dell'acqua.
Io mi ricomposi, mi sdraiai sul letto e chiusi gli occhi.
Povero me, e ora cosa dovevo fare?

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