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La Troietta Dell'Università

Si chiamava Giada, aveva ventidue e non era quella che poteva definirsi un "pezzo di figa". Capelli corvini e a caschetto, un po' pienotta - non grassa - non aveva certo un viso dai lineamenti delicati, capace di sedurre i ragazzi a prima vista. Il suo unico pezzo forte erano le tette: due gigantesche montagne di carne, una quarta abbondante che avrebbe potuto soffocare un uomo.
Giada non aveva molti corteggiatori, eppure prendeva quotidianamente un'incredibile razione di cazzo. Si era sparsa la voce, nella facoltà in cui studiava (Agraria), della sua troiaggine; e in breve quasi tutti i ragazzi che lì studiavano, alti o bassi che fossero, magri o grassi, belli e brutti, andarono a cercarla per svuotarsi le palle.

Fu così anche quella mattina, una come tante, che ci apprestiamo a raccontare - e che può benissimo essere considerata come una giornata-tipo di Giada.
Arrivò in facoltà verso le nove. Non aveva lezione quel giorno, ma certo avrebbe trovato qualche cazzo da sollazzare.
Passò qualche minuto parlottando con alcuni amici (di amiche femmine ne aveva ben poche; con la nomina che si era fatta, e l'appellativo di "supertroia", poche desideravano farsi vedere insieme a lei) fumò una sigaretta, poi si avviò verso i bagni.
Non doveva far pipì, ma sapeva che qualcuno l'avrebbe certo vista avviarsi in quella direzione. E, conoscendola, l'avrebbe certo seguita.
La sua passione per il cazzo non aveva limiti, ed era certa che anche quella mattina sarebbe rimasta soddisfatta.
Non fece in tempo ad aprire la porta del bagno che sentì una mano posarsi sul suo culo burroso e palpare con vigore.
Si girò.
Era un ragazzo che conosceva di vista. Si chiamava Carmelo, Era un grassone incredibile e puzzava come cibo andato a male. Il pensiero di farsi quel porco la eccitò e trasformò subito la sua fighetta in un lago.
Non persero tempo in convenevoli: entrambi non ne necessitavano. Si chiusero dentro e subito Carmelo le infilò la lingua in bocca; Giada la succhiò avidamente.
"Sei un bravo porcellino" disse notando il gonfiore improvviso nei calzoni del ragazzo. "Ora ti faccio contento... così, togliti i pantaloni, da bravo, e mettiti seduto qui sul cesso... bene... ora ti faccio proprio un bel pompino..."
S'infilò la mazza - di notevoli dimensioni - in bocca e cominciò a pompare come una vacca. Mugolava di piacere, nonostante il cazzo sapesse di sudore ed urina. Anzi, forse questo l'eccitava ancor di più.
Mentre succhiava, si toccava la fighetta.
Il porco godeva e accompagnava il movimento della testa con la mano.
"Brava troietta... così... leccami anche le palle... ma che brava..."
Lei leccava, da brava.
"Ora alzati, che voglio fotterti".
Lei sorrise e si alzò. Si tolse la maglietta e le mutandine; in ultimo si slacciò anche il reggiseno. Dopodichè salì a cavallo di Carmelo e, porgendogli le tette da succhiare, cominciò a cavalcarlo.
"Succhiale, maialino" gli diceva "succhiami le tette, porcone..."
"Mmmm sì" mugolava lui "come sono buone... troia! Che troia che sei!"
"Oh sì... sono una troia, la troia di tutti!!!" gemeva lei.
"Prendi il cazzo... prendilo tutto bene... mmm... come sono buone queste tettone... che puttana... che razza di vacca depravata che sei..."
"Oh sì... insultami, mi eccita..."
"Troia succhiacazzi, vacca da monta... pompinara... sei lo sborratoio di tutti..."
"Oh sì... mmm... come mi piace il tuo uccello... perchè non mi sborri dentro, maialino? Dai, tanto prendo la pillola.. fammi il pieno di sperma, porco!"
Lui diede qualche altro colpo forsennato, poi si arrese all'orgasmo. Riempì Giada di una quantità incredibile di sperma; davvero, le fece il pieno.
Poi la ragazza fece una cosa che neanche Carmelo si aspettava: raccolse con una mano tutto lo sperma che le colava via dalla fighetta, lo portò alla bocca e lo leccò golosamente.
"Buono" sussurrò.
Carmelo si sistemò ed uscì dal bagno. Quando aprì la porta, a Giada si presentò una visione incredibile: altri sei ragazzi aspettavano fuori dal bagno, in fila indiana, con i cazzi già duri e pronti all'uso...
Giada sorrise, si leccò le labbra e disse:
"Avanti il prossimo!"

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