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Avventure In Palestra


AUTORE: Matteo


PARTE PRIMA

Al termine dell'estate, io e la mia ragazza Giulia decidemmo di iscriverci in palestra. Per quanto mi riguarda, avevo un gran bisogno di attività fisica, considerato che avevo messo su qualche chiletto nell'ultimo periodo. Giulia, invece, era in condizioni fisiche ottime, ma credeva che un po' di sano esercizio non le avrebbe fatto male. E in più questa era un'occasione per passare più tempo insieme.

Chi ha letto i miei precedenti racconti conosce già la mia fidanzata. Per i nuovi lettori, dirò che Giulia è una ragazza davvero carina. Nonostante non sia alta, ha un fisico davvero provocante, la cui parte forte è il culetto, tondo e sodo come quello di una brasiliana. Inoltre, ha un viso angelico, messo in risalto da grandi occhi chiari e da un gruppetto di lentiggini che ne impreziosiscono lo sguardo.
E' una persona molto esuberante, sempre pronta a divertirsi, e molto focosa a letto. L'unico difetto è che mi ha tradito parecchie volte.
All'ennesimo tradimento, avevo deciso di lasciarla, poiché il mio carattere piuttosto orgoglioso non mi permetteva di vivere tranquillo sapendo che sulla testa avevo delle enormi corna. Più che altro, temevo che i miei amici e conoscenti avrebbero scoperto quanto fosse troia la mia ragazza. Poi però, visto che in fin dei conti stare con lei era una continua emozione, decisi di darle un'altra possibilità. Lei infatti mi aveva implorato di tornare assieme, giurandomi che mi amava. Mi aveva confessato che le piaceva troppo scopare, ma che si lasciava andare solo dopo aver bevuto. Quindi, dopo la sua promessa che si sarebbe limitata nel bere, decisi di perdonarla e riprendere la relazione.

L'estate era andata alla grande. Avevamo fatto diversi viaggetti insieme, scopando come conigli ovunque capitasse. A lei piaceva fare sesso con me, lo vedevo dalla sua eccitazione quando mi succhiava il cazzo e dai suoi orgasmi al termine dell'amplesso.
Però i nostri rapporti non erano selvaggi come desideravo. Con i suoi amanti del passato lei aveva un altro modo di comportarsi. Si illuminava quando vedeva un bel cazzo, e soprattutto voleva essere trattata da troia. Quando facevamo sesso noi due, invece, voleva essere trattata con dolcezza e amore. Chiaramente io l'accontentavo, però avrei voluto sbattermela come avevano fatto i suoi amanti in passato e farle capire che anch'io potevo soddisfare tutti i suoi desideri più nascosti.

Anche per piacerle di più mi ero iscritto in palestra. Dopotutto, un fisico ben scolpito non può che aumentare l'eccitazione nelle ragazze.
Scegliemmo una palestra vicino a casa, gestita da Mario, un nostro conoscente. L'ambiente era tranquillo, visto che la palestra era frequentata da persone giovani e per bene che andavano là a scaricare le tensioni della giornata lavorativa.

Il primo giorno Giulia si vestì in maniera piuttosto sobria. Contrariamente alle mie aspettative, non voleva mostrarsi come al solito, ma optò per una canadese abbastanza larga che non metteva in evidenza le sue forme.
L'istruttore, Paolo, era un ragazzo sulla trentina come me, chiaramente con un fisico perfetto, ma in generale molto gentile e professionale. Io temevo che Giulia potesse esserne attratta, ma ero geloso anche degli altri frequentatori del posto.
Facemmo amicizia con diverse persone, soprattutto grazie a Giulia, che è molto spigliata e socievole. Poi ci iscrivemmo e tornammo a casa soddisfatti.
Devo ammettere che ero parecchio tranquillo: non mi sembrava che ci fossero uomini interessati alla mia ragazza, soprattutto per il fatto che lei mi sembrava davvero cambiata: nonostante fosse sempre allegra, non flirtava con gli uomini come al solito, e soprattutto sembrava aver perso la sua voglia di esibizionismo.

Le cose continuavano a filare liscie. Io e Giulia andavamo sempre insieme in palestra, così potevo controllarla nel caso i suoi ormoni la assalissero di nuovo. L'istruttore non mi preoccupava in particolar modo, anche se più volte lo avevo beccato mentre le fissava il culo durante gli esercizi di aerobica.
Tuttavia, un giorno accadde un episodio un po' allarmante. Giulia non mi aveva accompagnato in palestra, preferendo fare compere con un'amica. Poco prima di andarmene, lei venne a trovarmi. Era vestita in maniera piuttosto eccitante: top aderente che non nascondeva i capezzoli turgidi, visto che non indossava il reggiseno, minigonna inguinale che scopriva le sue gambe ancora abbronzate e scarpe col tacco vertiginoso. Tutti gli uomini della palestra smisero di fare gli esercizi come la videro, increduli che quella fosse la stessa dolce ragazza che per un mese aveva chiacchierato con loro. Io avevo il cazzo duro come non mai, ma ero anche rosso dalla gelosia. Le chiesi di aspettarmi all'ingresso mentre facevo la doccia. Quando uscii, la trovai a parlare con due ragazzi che conoscevo, che avevano cambiato completamente
atteggiamento verso di lei dopo averla vista con quegli abiti succinti. Tornati a casa mi lamentai con lei per il suo vestiario troppo provocante, però la passione prese presto il sopravvento sulla rabbia, così la buttai sul letto e la scopai come un forsennato.
Da quel giorno la mia Giulia era tornata a essere la ragazza troietta che conoscevo.

Nel periodo seguente rimasi molto vigile. Osservavo tutti i suoi movimenti, e soprattutto controllavo tutti i maschi che le andavano appresso.
Aveva ripreso a vestirsi sexy. Indossava sempre top e shorts molto stretti, e spesso la biancheria intima rimaneva nei cassetti. A me eccitava sempre più, ma anche gli altri uomini sembravano gradire. Molto spesso facevano commenti spinti anche in mia presenza, oppure si offrivano di aiutarla durante i suoi esercizi. Lei non sembrava scocciata, anzi...
Io non sapevo come comportarmi. Le avevo anche parlato a proposito, ma lei mi aveva rassicurato che non le interessava nessuno. Anzi, puntualizzava sul fatto che soprattutto gli uomini più muscolosi non potevano interessarle, visto che, come si dice, quelli che fanno molta palestra poi rendono meno a letto.

Nonostante questo discorso, decisi di metterla alla prova. Una sera le dissi che sarei rimasto a casa perché avevo qualche dolorino, insistendo affinché lei si recasse in palestra anche in mia assenza.
Dopo un'ora e mezzo, più o meno all'orario in cui di solito smettevamo di fare esercizi, la raggiunsi, aspettando fuori per vedere se sarebbe tornata a casa da sola o in compagnia.
Dopo qualche minuto che aspettavo all'aperto, vidi che usciva proprio con Paolo, l'istruttore. Ero a un paio di metri da loro, nascosto dietro una rientranza della facciata.
"Grazie per l'aiuto Paolo, ora devo proprio tornare", disse Giulia, che indossava un paio di jeans bianchi strettissimi attraverso i quali si
intravedeva il perizomino nero.
Paolo la afferrò con forza per le braccia e iniziò a baciarla.
"Che fai Paolo?", chiese Giulia, sbalordita.
"Ho una gran voglia di te Giulia, vieni a casa mia!"
"Non posso Paolo, lo sai che ho il ragazzo. E poi...si sa che voi palestrati..."
"Ma cosa dici? Pensi che non siamo dotati? Cosa ne dici di questo?", chiese Paolo prendendo la mano di Giulia e strusciandosela sul pacco.
Giulia rimase scioccata! "Scusa...non credevo..."
"Ed è a riposo ora...", rispose Paolo, con un certo orgoglio. "Vieni con me in macchina!"
"Non so Paolo...non credo sia giusto...", disse Giulia, un po' titubante, ma senza fare la minima resistenza mentre Paolo la tirava verso la macchina.
Mi aspettavo che Giulia avrebbe avuto un'altra debolezza prima o poi. E questa volta non aveva neanche la scusante dell'alcol! Più eccitato che
arrabbiato, seguii i due verso la macchina di Paolo, appostandomi in un punto nascosto per godermi la scena.
Il parcheggio era per fortuna deserto in quel momento. I due entrarono in macchina, e subito Paolo infilò la lingua nella bocca di Giulia, che rispose succhiandogliela. Nel mentre lui le accarezzava le cosce e i seni, mentre lei gli toccava il pacco. Poi Giulia gli aprì la zip dei jeans, tirando fuori una mazza di dimensioni più che considerevoli: da dove stavo io, mi sembrava che il cazzo di Paolo fosse almeno di 23 cm, duro e venoso come piaceva a Giulia.
Lei lo guardò stupita, dicendo qualcosa che non potevo sentire. Poi se lo infilò in bocca e cominciò a succhiarlo. Vedevo solo parte della testa di Giulia a intermittenza, mentre andava su e giù sul bastone di Paolo. Lui si godeva il lavoretto, nel quale Giulia era un'esperta. Dopo qualche minuto lei si sollevò e venne investita di una quantità incredibile di sperma, che leccò con avidità. Poi si pulì la faccia con le ditina, che infilò in bocca per non perdere nessuna goccia di sperma rimasta.
Ricomponendosi in fretta e furia, diede un bacio a Paolo e si allontanò dalla macchina.

Anch'io in quel momento mi allontanai e tornai a casa, correndo per un altro percorso per arrivare prima di Giulia.
Con il fiatone giunsi prima di lei e la attesi. Entrò dalla porta tutta trafelata e, senza salutarmi, iniziò a baciarmi con foga.
"Ho voglia di scopare!", mi disse.
Non mi feci pregare. La spogliai e la feci sedere sul tavolo, aprendole le gambe e leccandole la figa bagnata. Poi la presi da dietro e iniziai a scoparla in figa. Ero così eccitato che dopo qualche minuto le venni dentro, mentre anche lei raggiungeva l'orgasmo.
Ma non le bastava.
Si recò in camera e prese un grosso dildo, con il quale si masturbò. Aveva gli occhi chiusi, di sicuro pensava al cazzo di Paolo. Si infilò il dildo tutto dentro, facendolo entrare e uscire molto velocemente. Poi venne e urlò dal piacere.

Non parlammo mai di quello che successe quella sera. Volevo vedere di cos'altro era capace. E, come mi aspettavo, le sorprese non tardarono ad arrivare.


PARTE SECONDA

Stando con Giulia avevo capito una cosa fondamentale della vita: le persone non cambiano!
A lei piace il sesso. Ubriaca o no, quando vede un bell'uomo con un bel cazzo si eccita a tal punto da perdere completamente la ragione e da voler solo soddisfare le sue voglie, a discapito di quello che richiederebbero la morale e il comune senso del pudore.
Però questa versione di Giulia è quella che preferisco. Mi eccita da morire vederla comportarsi da troia con altri, e quando scopiamo godo solo al pensiero di lei che fa la porca con altri uomini. E' chiaro che non mi piace avere le corna, e non mi piace essere insultato e deriso. Però non voglio neanche fare a meno di queste forti sensazioni.
Quindi ho deciso per il momento di fingere di essere ignaro dei suoi tradimenti. Purché le voci non si diffondano anche alla schiera dei miei amici e conoscenti.

I giorni successivi a quella notte nella quale avevo sorpreso Giulia a fare un pompino all'istruttore Paolo, la mia ragazza aveva iniziato a recarsi in palestra con una frequenza maggiore. Ormai ci andava quasi tutte le sere, ogni volta vestita con abiti succinti e provocanti.
Sapevo che ormai la sua mente era occupata solo dal pensiero del cazzo di Paolo. Quando facevamo l'amore, voleva che le infilassi uno o due dita in culo, probabilmente perché stava immaginando di venire sodomizzata dall'enorme mazza di Paolo. Inoltre, ogni volta che tornavamo a casa dalla palestra aveva la figa bagnata, eccitata dai flirt continui con l'istruttore.
Infatti, mi ero accorto che, quando eravamo in palestra e credeva che io fossi concentrato totalmente sui miei esercizi, lei passava il suo tempo facendo la scema con Paolo. Con la scusa di chiedergli consiglio, si lasciava toccare un po' dappertutto, incurante di quello che potevano pensare gli altri.

Io li spiavo da lontano, e vedendo come si comportava Giulia il mio cazzo era
sempre in tiro.

Un giorno però, mentre mi cambiavo negli spogliatoi, Alessandro, un ragazzo molto simpatico che avevo conosciuto in palestra, mi confidò di aver visto Giulia e Paolo in atteggiamenti un po' troppo intimi, e aveva deciso di riferirmi l'accaduto in quanto mi considerava suo amico. Io cercai di sminuire l'importanza di quello che mi aveva raccontato, dicendo che Giulia era una ragazza aperta che scherzava con tutti, e che mi fidavo ciecamente di lei e non avrei mai dubitato del suo comportamento.
Però questo episodio mi spaventò. Non volevo che la gente parlasse di me come dello stupido che veniva cornificato dalla sua ragazza. Quindi decisi di parlarne con Giulia, per far sì che si contenesse almeno di fronte agli altri.
"Matteo, lo sai quanto è bigotta la gente e quanto parli pur di far male agli altri", fu la sua risposta.
"Si, però tu cerca di essere meno 'socievole', altrimenti potresti essere fraintesa. E se Paolo poi si sentisse incoraggiato a provarci con te?"
"Non preoccuparti amore, in quel caso saprei come difendermi".
'Certo, succhiandoglielo come l'ultima volta', pensai io.
Comunque questa chiacchierata ebbe l'effetto desiderato: Giulia smise di essere troppo esplicita nei confronti di Paolo, che comunque non desisteva a corteggiarla. Ma almeno in questo modo nessuno avrebbe più parlato di noi.

Un po' di tempo dopo, io e Giulia venimmo invitati a un party da un amico della palestra. Ovviamente anche Paolo fu invitato.
La festa si sarebbe svolta nella villetta al mare di questo ragazzo, dove ognuno avrebbe portato qualcosa da bere.
Giulia decise di indossare la minigonna in jeans che aveva acquistato qualche giorno prima. Ovviamente la scelse corta e stretta, tanto che appena piegava le gambe non riusciva a nascondere le autoreggenti che aveva infilato. Mentre mi vestivo la osservavo: era davvero un gioiellino, così minuta ma così ben proporzionata. Mi avvicinai a lei, baciandola sul collo e sulle spalle. Il suo profumo mi inebriava.
"Dai Matteo, ora non possiamo, siamo già in ritardo e mi devo ancora truccare".
"Ho voglia di scoparti Giulia. Spogliati!"
"Non insistere amore, voglio finire di prepararmi!"
Feci come mi aveva detto, ma avevo una gran voglia di sbattermela.

Giungemmo alla villetta tra gli ultimi. C'erano molti frequentatori della palestra, e ovviamente anche Paolo. Era già circondato di ragazze che lo corteggiavano. Effettivamente è un bel tipo, sia di faccia sia di fisico, per cui lo invidiavo un po'...
Mentre chiacchieravamo con i presenti, notavo che Giulia era assente. Ogni tanto si guardava intorno per cercare Paolo, forse aspettando il momento giusto per avvicinarsi da lui.
La festa era davvero carina: c'era molta roba da bere, e tutte le persone con cui intavolavo un discorso erano allegre e divertenti.
Giulia però aveva sempre la mente da un'altra parte. Forse era bloccata dal fatto che le stavo continuamente vicino. Perciò decisi di lasciarla libera per vedere cosa avrebbe fatto. Con la scusa di voler dare un'cchiata alla nuova macchina del padrone di casa, uscii fuori e la lasciai da sola all'interno dell'abitazione.
Dopo qualche minuto tornai dentro, e ovviamente la trovai a parlare con Paolo. I due scherzavano come vecchi amici, nascondendo la reciproca attrazione. Bevevano un cocktail dopo l'altro, mentre io mi tenevo da parte.
Poi Paolo si allontanò, e Giulia mi venne incontro.
Era brava, non c'è che dire. Nessuno avrebbe mai sospettato di quello che desiderava realmente. Anche Alessandro quella sera mi chiese scusa per aver insinuato qualcosa contro Giulia.

La serata continuò in maniera piuttosto normale. Paolo era scomparso, forse era di sopra con qualche ragazza appena conosciuta. Però Giulia sembrava tranquilla. Che strano...tramavano forse qualcosa?
Mentre eravamo seduti sul divano a chiacchierare con alcuni amici, lei disse che doveva andare un attimo in bagno.
'Ecco, stava aspettando il momento giusto', pensai io. Così, dopo qualche secondo, la seguii, dicendo che serviva anche a me la
toilette.
La villetta aveva quattro stanze di sopra. In una trovai il padrone di casa che limonava con una ragazza. Nella successiva...trovai la porta chiusa a chiave. Appoggiai l'orecchio alla porta, e queste furono le parole che sentii.
"Allora ti piace proprio Daniela, eh?". Era la voce di Giulia.
"E' molto carina...ma niente in confronto a te!". E chiaramente questa era la voce di Paolo.
"Mi hai fatto ingelosire tutta la sera. Lo sai?"
"Quindi pensavi a me? Ma se nell'ultimo periodo in palestra mi degnavi a malapena di uno sguardo!"
"Lo sai che mi comportavo così solo perché c'era anche il mio ragazzo! E sai anche quanto mi piaci..."
"Ah, l'hai ammesso finalmente?"
"Ce n'era bisogno? Che bel fisico che hai Paolo...quanto mi piacciono questi pettorali...baciami, ne ho troppa voglia ora..."
A quelle parole il cazzo prese a rizzarsi. Cercai di scrutare quello che accadeva attraverso il buco della serratura, ma non potevo vedere niente. Così entrai nella stanza successiva, aprii la porta a vetri e mi infilai nel balcone. Da là potevo godermi la scena.

Giulia era sollevata sulle punte dei piedi con la lingua di Paolo in bocca.
Lui le accarezzava il culo e le cosce, eccitato da morire.
Anch'io non resistevo vedendo la mia ragazza con l'istruttore. Mi tirai il cazzo fuori dai pantaloni e iniziai a menarmelo.
"Ho voglia del tuo cazzo Paolo, non ho pensato ad altro che al tuo bastone in tutto questo periodo!"
"Allora prendimelo in bocca!", disse Paolo, abbassandosi la zip e tirando fuori la sua mazza già dura e grossa.
"Mmh...che bello...è così grosso...e dritto...", disse Giulia, mettendosi in ginocchio e iniziando a leccarlo. Era così grande che riusciva a contenerne solo metà con la sua bocca. Paolo ansimava dal piacere, prendendo Giulia per i capelli e muovendole la testa avanti e indietro.
"Lo sapevo che eri una troietta! Anch'io non ho pensato altro che a te da quella sera! Succhiamelo, fammi vedere quanto sei porca!"
Giulia non si fece pregare, e continuò a slinguazzarlo e a succhiarlo con ardore ancora maggiore, mentre io osservavo la scena sempre con il cazzo in mano.
"Non osare venire ora! Stavolta voglio essere scopata!", disse Giulia. E a quelle parole Paolo la fece sollevare, le sollevò la minigonna, la prese per le gambe e la sollevò di peso. Giulia si scostò il perizoma e, preso il cazzo di Paolo, se lo infilò in figa. Era talmente bagnata che non ci mise niente ad entrare dentro.
"Ohhh, che cazzone che hai...ahhh, come mi piace..."
Paolo la muoveva su e giù, resistendo solo alcuni minuti.
"Ahhh, sto per venire Giulia! Prendimelo in bocca ora!"
"No, lo voglio sentire dentro! Vienimi in figa, tanto prendo la pillola!"
"Ohhh...vengo...ahhh"
"Si Paolo, sto venendo anch'io! Ahhh, come godo!!!"
Così Giulia venne inondata di sborra, mentre anch'io spruzzavo il mio seme dappertutto. Come si sfilò il cazzo di Paolo, le cominciò a colare una quantità incredibile di sperma lungo le gambe.
Poi si pulì con un fazzoletto, si ricompose e salutò Paolo con un bacio intenso.
"Ora sei mia!", rispose lui. "Voglio rivederti presto!"
"Non preoccuparti, anch'io voglio riprovare il tuo cazzo!", disse lei, con un sorrisino da gran troia.

Quella porca della mia ragazza aveva finalmente ritrovato un amante degno di lei.
La mia vita riprendeva come ai vecchi, bei tempi...

Se il racconto vi è piaciuto, contattatemi a: matteofadda1978@libero.it

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