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La Pompinara Della Città (II)

"No Renato, domani non posso mancare a scuola. Ho gli esami, devo prendere gli ultimi voti per l'ammissione. E poi il mio fidanzato comincia a sospettare qualcosa. Non voglio che scopra quello che c'è tra di noi, non ancora. Devo trovare le parole giuste per lasciarlo, non voglio che ci rimanga male... e poi forse un po' lo amo ancora".
"Ma non dire sciocchezze dai, e poi hai già una media altissima. Inoltre domani volevo presentarti ai miei amici. Facciamo sega in gruppo".
"No, per favore, non insistere".
"Dai... vedrai che ci divertiremo. Non andremo al parco, ma a casa di Mattia, un mio amico. Ci si vede un film, si parla... vedrai, sarà bello".
"Non credo che..."
"Sai Elena, credo proprio di essermi innamorato di te..."
E quello bastò affinché lei accettasse.

Dormì male, quella notte. I rimorsi e i sensi di colpa l'attanagliarono come non mai. Marco aveva provato a telefonarle per tutta la sera, ma lei si era sempre rifiutata di risponderle. Cosa poteva dirgli, come poteva fingere?
Sei una troia, diceva una voce dentro di lei, sei proprio una troietta. Non solo ti vedi con un altro tenendo il tuo ragazzo all'oscuro di tutto, ma alla seconda uscita che fate già gli hai succhiato il cazzo! E hai bevuto il suo sperma!
E...
E ti è piaciuto, vero?
Poi, quando vinta dalla stanchezza stava ormai per addormentarsi, ecco il colpo di grazia: un sms di Marco.
"Mi manchi tanto, tesoro", c'era scritto. "Perchè non rispondi alle mie chiamate? Se c'è qualcosa che non va ti prego di dirmelo. Ti amo."
E lei? Lei lo amava ancora? O era ormai totalmente in balia dell'attrazione che provava per Renato?
A casa di Mattia erano in sei: oltre al proprietario di casa, a Elena e a Renato, c'erano altri due ragazzi, Tiziano e Daniele, e una ragazza, Clara, l'ex di Renato, che in paese aveva la nomina di essere una abbastanza facile. Erano tutti coetanei di Renato: Elena con i suoi diciotto anni era la più giovane.
Si erano sistemati in taverna, su un comodo e ampio divano, davanti a un grande televisore al plasma.
Il clima era sereno ed Elena si sentiva in pace con il mondo... finchè non vide una cosa che le fece strabuzzare gli occhi.
A meno di un metro da lei, in tutta tranquillità, Clara aveva cominciato a masturbare Mattia, il padrone di casa.
"Brava, così... menami la ceppa.... che ne dici di dargli anche qualche bacino?"
"Mmm, ma allora sei proprio un porcellone... comunque ogni tuo desiderio è un'ordine..."
Elena stentava a credere ai suoi occhi. Davanti a lei, Clara aveva iniziato a succhiare il cazzo di Mattia, tra i commenti divertiti di Tiziano e Daniele.
"Perchè non ci divertiamo un po' anche noi?" disse Renato passandole una mano intorno al collo. Elena lo guardò incredula.
"Cosa? Ma sei pazzo? Qui in mezzo a tutti?"
"Vuoi essere o no una del gruppo?" Mentre parlava si slacciò i calzoni, mettendo in mostra un cazzo già perfettamente eretto. La cappella era paonazza. "Dai, non fare tante storie, prendimelo in bocca".
"Ma... davanti a tutti...."
"Dai succhiamelo..."
Elena si chinò e lo prese in bocca.
"Succhia, porca, succhiami bene la minchia... mmmm.... sì... dai che ti piace........"
Ed era vero. Per quanto stentasse lei stessa a crederci, si stava eccitando. Com'era possibile? Che razza di troia doveva mai essere? Non lo sapeva, ma l'idea di succhiare il cazzo di quel bastardo davanti ai suoi amici le faceva letteralmente sgocciolare la figa.
"Guarda come ci dà dentro!" commentò Tiziano e Daniele scoppiò a ridere. "E' vero", aggiunse "chissà se è più brava di Clara!"
Clara staccò il volto dal cazzo di Mattia e sibilò:
"Sono più brava io!"
"E io come faccio a saperlo?" ribattè Daniele. "La tua bocca l'ho provata, quella di questa troietta ancora no..."
"Be', accomodati" disse Renato. "Ti cedo il posto volentieri. Per gli amici questo ed altro".
Elena non fece in tempo a ribattere. Daniele si era già denudato e in un attimo le puntò il cazzo alla bocca.
“Succhialo anche a me, puttanella” esclamò “fammi godere la tua boccuccia....”
Elena cominciò a succhiargli il cazzo.
Nel frattempo Clara e Mattia si erano sistemati a terra. Non avevano certo perso tempo. Lui sdraiato supino, lei che lo cavalcava selvaggiamente.
“Scopami, scopami di brutto, maledetto porco!” gridava la ragazza.
Un penetrante odore di sesso aleggiava nella stanza.
“Ti piace il cazzo del mio amico, Elena?” chiese Renato. Elena non rispose, così lui s'inginocchio al suo fianco e le infilò una mano nelle mutandine. “Direi proprio di sì”, commentò. “Sei un fottuto lago quaggiù. Ammettilo, ammetti che ti piace!”
Cominciò a masturbarla velocemente. Incredula, Elena sentì se stessa mugolare: “Sì... mi piace....” Per quanto storpiate a causa del cazzo che le occupava la bocca, le parole arrivarono chiare a tutti.
“Be', direi che allora è il caso di provare anche il mio”, disse Tiziano calandosi i calzoni. Come la peggiore delle puttane, Elena cominciò ad alternare succhiate e leccate ai due cazzi.
“Mmmm....che buoni...” farfugliava senza rendersene conto “... il vostro sapore mi fa impazzire...”
“Dì un po', l'hai mai fatto un servizietto del genere a quel cornutone del tuo ragazzo?” chiese Mattia, uscendo dalla larga fica di Clara e avvicinandosi al quartetto. Il suo posto fu subito preso da Daniele.
“No”, rispose Elena cominciando a segare il cazzo del padrone di casa. “No, a quel cornuto non l'ho mai nemmeno preso in bocca...”
“Povero diavolo...! Ti eccita cornificarlo, non è vero? L'idea di lui tutto solo in classe e tu qui a spompinarci tutti...”
“Sì... mi eccita da morire”. Si bloccò un attimo, folgorata da un orgasmo. Poi, più infoiata che mai, riprese a cucciare rumorosamente quei cazzoni duri e vogliosi.
“Leccami anche il culo, zoccoletta”, disse Tiziano mettendosi a culo all'aria sul divano. “Lecca bene il buco, infilaci quella tua bella linguetta”. Ubbidiente, ormai schiava della propria libidine, Elena cominciò a leccare il buco puzzolente del giovane.
“Anche noi! Lecca anche il nostro!” dissero all'unisono Mattia e Renato, sistemandosi vicino all'amico. Lei passava ubbidiente da un culo all'altro, leccando e sbavando e non disdegnando di tanto in tanto una slinguata alle palle.
“Se ti vedesse il tuo ragazzo, ora!” ridacchiò Tiziano. “Ti piacerebbe, vero? Ti piacerebbe che lui fosse lì, seduto in un angolo, a masturbarsi quel misero ed inutile cazzo mentre tu ci fai il servizietto, non è vero?
“Sì... mi piacerebbe...” disse lei, ormai completamente partita. “Mi piacerebbe che guardasse, che si masturbasse vedendo i vostri cazzi... e mi piacerebbe insultarlo, fargli capire che razza di nullità è...”
Intanto la sua lingua continuava ad esplorare a turno quei culi sporchi.
Rapiti dalla scena, Daniele e Clara si erano fermati. Dopo essersi scambiati un veloce sguardo d'intesa raggiunsero il gruppo e costrinsero Elena a leccare anche i loro culi.
Pochi minuti dopo i ragazzi cominciarono a venire. Il primo fu Renato, che le riempì la bocca e le fece ingoiare tutto. Tiziano le sborrò su una guancia, mentre Mattia volle venirle sui capelli. Infine fu il turno di Daniele, che gridando le inondò il viso di caldissimo sperma.
“Sei un vero sborratoio”, disse Renato, iniziando a ricomporsi. “Da oggi in poi vedrai quanti cazzi ti farò succhiare! Sarai la nostra troietta personale... diventerai la pompinara di tutta la città...”

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