Subscribe News Feed Subscribe Comments

La Mia Ragazza Al Mare



AUTORE: Matteo


(Si ringrazia l'autore per la gentile concessione a pubblicare il racconto che segue, originariamente apparso su Annunci69)


PARTE PRIMA

Ieri era una splendida giornata, così io e Giulia decidemmo di andare al mare a prendere un po’ di sole. Indossammo velocemente il costume e, armatici di ombrellone, asciugamani e cibarie, ci avviammo verso una delle spiagge più frequentate della zona.
Purtroppo in strada trovammo una coda lunghissima, come ci aspettavamo.
“Ho una sorpresa per te!”, mi disse Giulia, sdraiata nel sedile di fianco al mio (che guidavo), con i piedi nudi fuori dal finestrino. Così dicendo, si sollevò la gonnellina verde e mi mostrò lo slip del costumino comprato un paio di giorni prima.
“Non è un po’ troppo piccolo?”, chiesi io, facendo il finto geloso.
“E non hai ancora visto la parte di dietro!”, mi rispose lei, con il suo sguardo da furbetta.
A quelle parole mi si rizzò subito il cazzo. Immaginavo già che avesse scelto un costumino molto provocante, visto che le piaceva mostrarsi. Speravo però che non fosse un perizoma, altrimenti tutti i maschi della spiaggia l’avrebbero mangiata con gli occhi.
“Sai che ho voglia di essere toccata?”, mi disse a un certo punto, destandomi dalle mie fantasie.
“Sei bagnata?”
“Si…E’ da ieri notte che voglio scopare in realtà…” Effettivamente la sera precedente non avevamo potuto fare sesso, visto che avevamo invitato a casa degli amici che si erano trattenuti fino a tardi. “Dai, infilami un dito dentro…”
A quelle parole lasciai il cambio e iniziai ad accarezzarle le cosce. Poi le scostai leggermente lo slip e le passai un dito sulla fighetta: era già piena di umori! Con il dito le stimolai il clitoride gonfio, poi le spinsi dentro il medio, muovendolo su e giù come se fosse un piccolo uccello. Lei aveva gli occhi chiusi mentre si godeva il trattamento, e si leccava le labbra per assaporare ancora di più le sensazioni che stava provando.
Continuai a toccarla, con la mano destra nella sua passerina e la sinistra sul volante. Mi giravo verso destra per vedere se gli automobilisti che procedevano nell’altra corsia si erano accorti di qualcosa, ma fortunatamente non potevano vedere cosa stavano facendo le mie mani. Poi però si affiancò un fuoristrada, guidato da un uomo sulla quarantina. Essendo a un’altezza più elevata, poteva ammirare lo spettacolo che si svolgeva nella macchina affianco. Inizialmente però non si accorse di niente, visto che stava parlando con la moglie. Poi si girò distrattamente e non potè nascondere la sua sorpresa non appena mi vide masturbare la mia ragazza. Io feci finta di niente, ancora più eccitato dal fatto di essere visto.
Poi Giulia venne, ansimando forte. Ora aveva un viso beato. Io annusai il profumo del suo piacere, leccandomi il dito con gusto.
Intanto il conducente del fuoristrada era rimasto dietro. Chissà Adv come doveva essersi eccitato di fronte a quello show…

Dopo un’ora arrivammo in spiaggia. Sistemammo l’ombrellone e il resto dei bagagli e ci sfilammo di dosso i vestiti.
“Cosa ne dici?”, mi chiese Giulia, girandosi per farmi vedere il posteriore.
“Wow!”, esclamai io, non trovando parole più adatte. Giulia aveva un bel perizomino che le metteva in risalto la sua parte migliore: il culetto. Mi era bastata quella vista per eccitarmi. Se fossimo stati soli l’avrei messa subito alla pecorina e le avrei sbattuto il cazzo dietro!
Lei rimase soddisfatta della mia reazione.
“Andiamo a toccare l’acqua?”, mi propose, e si avviò verso il bagnasciuga sculettando vistosamente. Vedendola camminare in modo così sensuale mi venne ancor più voglia di scoparmela! Meno male che indossavo dei boxer da mare abbastanza grandi che nascondevano la mia erezione.
Ovviamente tutti i maschi che si trovavano nei paraggi non poterono non ammirare il suo corpicino. Sentii anche un gruppo di ragazzi che facevano apprezzamenti un po’ pesanti nei suoi confronti, tipo ‘guarda quella troietta’ o ‘le darei una bella passata di cazzo a quella lì’, ma feci finta di non badarci.
Ci tuffammo in acqua accaldati. Nuotando, Giulia faceva venire a galla il suo culetto divino, muovendosi come una sirena. Dopo un paio di bracciate la raggiunsi, la afferrai per i fianchi, accarezzandole il culetto sodo e pieno, e le infilai la lingua in bocca, infoiato da morire.
“Ora ti scopo in acqua!”, le dissi.
La sua risposta fu sorprendente. “Dai, fammi vedere cosa sai fare!”
Mi slacciai i boxer, le scostai lo slippino da una parte e, prendendo il mio cazzo già duro in mano, glielo infilai in figa. Non dovetti neanche faticare tanto, visto che era di nuovo bagnata.
Era la prima volta che la scopavo in mare, e devo ammettere che fu un’esperienza fantastica. Lei aveva le gambe attorno alla mia vita, e si spostava su e giù per godersi tutto il mio membro.
“Ahhh, com’è bello…”
“Ti piace troietta, eh? E’ per questo che ti sei messa il nuovo costume?”
“Si, certo…lo sai quanto mi piace essere scopata…”
“Da tutti o da me?”
“Da chi mi sa soddisfare! Dai, infilami un dito in culo, voglio essere riempita in tutti i buchi!”
Obbedii immediatamente. “Ti piace così? O vorresti un altro cazzo dietro?”
“Si…voglio un altro cazzo…dai, chiama qualcuno che mi scopi da dietro…dai…ahhh…”
Così dicendo, venne una seconda volta, seguita qualche stantuffata dopo da me che le riempii la figa di sperma.

Ci ricomponemmo subito. Credo che nessuno si accorse di quello che stava avvenendo sott’acqua. Però, mentre uscivamo, notai sulla riva uno dei ragazzi di prima che si stava massaggiando l’uccello. “Bravo capo, bella figa ti sei scelto!” Mi disse, mentre gli passavo davanti.
Mi girai. Era un ragazzo alto, sui 25 anni, fisico asciutto e muscoloso, con indosso un paio di boxer attillati che non riuscivano a camuffare le dimensioni del suo membro ingrossato.
Gli sorrisi e lo superai. Dopo qualche istante uscì Giulia, passandogli anche lei vicino. Il ragazzo se la mangiò con lo sguardo, osservandole il culo mentre si muoveva.
“Mmh, che passata di cazzo che le darei a quella zoccoletta!”, fu il suo commento finale, ovviamente proferito ad alta voce per farsi sentire dalla mia ragazza...


PARTE SECONDA

Dopo pranzo, passato sotto l’ombrellone per evitare di essere ustionati, Giulia mi propose di stenderci sotto il sole per abbronzarci un po’. Io annuii volentieri.
“Matteo, passami la crema sulle spalle”, mi chiese lei, dopo essersi distesa a pancia in giù.
Non me lo feci ripetere due volte. Presi la lozione solare e gliela spalmai su tutta la schiena. Poi scesi sul suo splendido culetto, e iniziai a massaggiarglielo con gran cura. Piano piano le infilavo un ditino sotto il costumino, incontrando la sua approvazione.
“Ah, così, mi piace…”, diceva lei, ansimando un po’.
Avrei voluto infilarle un dito nel buchino posteriore, un po’ stretto per il fatto che raramente mi consentiva l’accesso…
Mi girai distrattamente, e mi accorsi che i ragazzi che avevo notato la mattina stavano osservando con attenzione i miei gesti. La cosa mi attizzò notevolmente, così iniziai a provocare la mia ragazza:
“Ti piacerebbe se ci fosse un bel cazzone in tiro al posto del mio dito?”
“Dai Matteo, non scherzare…ci potrebbe vedere qualcuno!”
“Tu dimmi solo se ti piacerebbe che passasse un bel venditore ambulante di colore, si togliesse fuori il suo cazzone e te lo passasse sul culetto, prima di sbattertelo dentro con forza!”
“In realtà non sarebbe male come idea…però potrebbe farmi male!”
“Si, ma dopo godresti come una porca!”
“Smettila Matteo, mi stai facendo eccitare!”
Era vero. Le toccai la passerina e mi accorsi che si stava bagnando. Il mio membro, assopitosi per qualche ora, tornò in piena funzione, premendo con forza dentro i miei boxer.
“Vado a prendere un gelato al bar, mi sto scaldando un po’ troppo!”, le dissi.
Alzatomi in piedi, mi girai verso il gruppo di ragazzi, che mi sorrisero furbescamente.

Mi recai al bar, comprai due calippo e tornai all’ombrellone. Giulia si era tolta il pezzo di sopra, e si stava spalmando la crema sulle tettine. I ragazzi la guardavano facendo commenti.
“Ma che fai? Ti mostri?”, la provocai, tra il giocoso e il serio.
“Ma che t’importa? Tanto non ci conosce nessuno!”, mi rispose lei. “Ah, un bel calippo, ci voleva!”, esclamò, e me lo strappò dalle mani.
Iniziò a riscaldarlo con le sue manine. Dopo un paio di “massaggi”, strappò con la bocca la pellicola superiore, e tirò fuori il gelato. Sembrava stesse facendo una sega! Poi se lo mise tutto in bocca, e iniziò a succhiare con gusto. I ragazzi in fondo se la ridevano, e qualcuno si stava toccando il pacco, eccitato dalla scena.
“Mmh, che buono…”, disse lei, con le labbra che si stavano colorendo di rosso. Lo prendeva con due mani, lo faceva uscire dalla confezione e gli dava due colpi di lingua. Poi se lo infilava tutto in bocca, Adv e succhiava forte.
Io ero al settimo cielo. Avrei voluto essere solo con lei, spogliarmi e infilarle il cazzo in bocca, per avere lo stesso trattamento. Avevo una voglia matta di masturbarmi e guardare quella sua faccia da porca, sempre vogliosa di succhiare e di divertirsi.
Finito il gelato, si sdraiò a schiena in giù, allargando e stringendo le gambe. Non capivo se voleva provocare me o le altre persone che si trovavano in spiaggia. Forse aveva adocchiato il ragazzo muscoloso di prima e si stava eccitando a stuzzicarlo.

Dopo un’oretta, tornammo in acqua a rinfrescarci.
I ragazzi di prima stavano giocando a pallavolo in acqua. Appena videro avvicinarsi Giulia, si girarono e la osservarono. A me quegli sguardi davano un po’ fastidio, però in fondo mi eccitavano…
Come prevedibile, lanciarono la palla vicino a Giulia, che emise un gridolino prima di evitare gli schizzi d’acqua.
Il ragazzo muscoloso si avvicinò, e ci chiese se volevamo fare due tiri con loro.
“Perché no?”, fu la risposta repentina di Giulia, che prese la palla e la lanciò.
“Vi va di fare due squadre e giocare a rugby?”, propose il solito ragazzo, trovando l’approvazione di tutti, esclusa la mia, visto che intuivo le ragioni di quella proposta.
Si fecero le squadre e si iniziò a giocare. Eravamo io, Giulia e altri due ragazzi, contro il ragazzo muscoloso e altri due. Il gioco consisteva nell’arrivare con la palla nella linea di fondo avversaria, usando più o meno le solite regole del rugby.
Giulia era molto presa dal gioco. Strillava come una bambina, e si metteva anche a contrastare gli avversari.
Dopo qualche minuto vidi che il tipo muscoloso era colui che si era incaricato di ostacolarla. Approfittando della situazione, le stava alle spalle. Di sicuro le stava strusciando l’uccello sul culetto, e lei da gran troietta faceva finta di niente.
A un certo punto le lanciai la palla. Lei aveva le mani sott’acqua. Dopo un secondo, il tipo muscoloso emise un urlo e si piegò dal dolore. Di sicuro Giulia gli aveva strizzato le palle! Lei si mise a correre in direzione della meta, sculettando e girandosi indietro per osservare il suo avversario, che prese a rincorrerla. Lei scappò, ancora con la palla in mano, e lui le si gettò addosso, buttandola in acqua e stringendola a sé. Chissà come la stava toccando! Io rimasi immobile, per vedere come si sarebbe comportata lei, che invece fece finta di niente.

Il gioco continuò così, tra una toccatina di qua e una strusciata di là.
Poi uscimmo dall’acqua. Giulia si era proprio divertita, visto che stava ridendo come una matta.
“Come ti chiami?”, le chiese il tipo muscoloso.
“Io Giulia! E tu?”
“Mi chiamo Francesco, ma mi chiamano tutti Big Horse!”, rispose, ridendo.
“Come mai? Ah, capisco…”, disse lei sorridendo, dopo averlo guardato nelle parti basse, mentre gli amici sghignazzavano.
Effettivamente il tipo era piuttosto dotato: attraverso i boxer attillati si intravedeva il suo grosso cilindro di carne, piegato da una parte per evitare che uscisse fuori dal costume. Già a riposo aveva delle dimensioni esorbitanti!
“Vi va di venire a bere qualcosa nella nostra villetta più tardi?”, ci chiese.
“Non so, dovremmo pulirci e rinfrescarci prima…”, risposi, cercando di rifiutare l’offerta in maniera gentile.
“Non preoccuparti, abbiamo la doccia! Allora? Altre obiezioni?”
“Ma no…Dai Matteo, magari ci divertiamo!”, disse Giulia, che forse stava fantasticando sul cazzone del suo nuovo amico.

Secondo voi, quella troia della mia ragazza si lascerà andare anche stavolta o no?



PARTE TERZA

Io e Giulia ritirammo l’ombrellone e gli altri bagagli, mentre il gruppo di ragazzi ci aspettava qualche metro più in là.
“Non mi fido di quelli…”, dissi io alla mia ragazza, indicandoli con lo sguardo. “Chissà che intenzioni hanno…”
“Dai Matteo, sembrano simpatici. E poi ho proprio voglia di bere qualcosa!”, rispose lei.
“Ma non ti rendi conto che il loro scopo è un altro? E se fossero pericolosi?”
“Lasciati andare amore! Vedrai che ci divertiremo!”, disse lei con il suo sorriso magnetico.
Quando si metteva in mente qualcosa, non riuscivo mai a farle cambiare idea. Raggiungemmo i ragazzi e li seguimmo sopra delle scalette che conducevano a un gruppo di villette.
L’abitazione dei cinque ragazzi era una di quelle posizionate meglio: una veranda enorme si affacciava su quello splendido mare. Io e Giulia restammo qualche secondo ad ammirare quel paradiso: la baia era davvero incantevole alla luce del crepuscolo.
Francesco venne a portarci due aperitivi, poi propose a Giulia di andare a rinfrescarsi.
“C’è una doccia al piano superiore. Ti accompagno!”, disse furbescamente.
“Grazie Francesco!”, rispose lei gentilmente, entrando in casa muovendosi in maniera sinuosa e provocante.

‘Sapevo che sarebbe finita così!’, pensai dentro di me, dopo essere rimasto solo in veranda.
Gli altri ragazzi intanto si stavano lavando all’aperto, giocando come dei bambini, non curandosi di quello che stava avvenendo dentro casa.
Dopo un minuto, preso dalla gelosia, salii le scale e cercai il bagno. Lo trovai alla fine di un lungo corridoio: quella casa era davvero enorme!
Girai la maniglia, ma la porta era chiusa a chiave da dentro.
‘Certo che Giulia è proprio una troia!’, pensai di nuovo, con il cuore che mi martellava in petto. Così posai l’orecchio sulla porta per sentire cosa stava facendo quella zoccoletta della mia ragazza.
“Che fai Matteo?”. Quella voce mi distolse dai miei pensieri. Mi girai e vidi Francesco in fondo al corridoio. Mi resi conto di aver fatto una figura terribile.
“Stavo solo cercando Giulia e non sapevo dove fosse…”, dissi per giustificarmi.
“E’ là dentro. Vieni fuori con me, così ci facciamo anche noi una bella doccia!”

All’improvviso Francesco era diventato gentile. Forse aveva capito che era quello il modo migliore per conquistare la mia ragazza…
L’acqua della doccia era ghiacciata! Mi lavai in fretta, rabbrividendo visto che aveva preso a soffiare un leggero venticello.
Mentre mi asciugavo, Francesco era ancora sotto l’acqua intento a passarsi sul corpo la schiuma da bagno. Notai con disappunto che aveva un fisico davvero scultoreo, con i muscoli sempre tesi.
Si abbassò leggermente i boxer, tirando fuori un membro di dimensioni esagerate. Iniziò a pulirlo con grande perizia, mostrando tutto il suo narcisismo. Poi si asciugò e mi diede Adv degli abiti puliti. Non potei fare a meno di ringraziarlo.
Tornati dentro, trovai Giulia a chiacchierare con altri due ragazzi, con in mano una birra fresca.
“Dove sono Stefano e Mauro?”, chiese Francesco, non vedendo gli altri due amici.
“Sono usciti, dovevano incontrare due ragazze”, rispose uno dei due che stavano parlando con Giulia, di nome Paolo.
“Prendiamo le pizze? Offro io!”, disse Francesco, trovando approvazione da parte di tutti, escluso me ovviamente, che rimasi in silenzio.
Ci sedemmo sui divani, io e Giulia in uno, e Francesco e gli altri due sul divano di fronte.
Iniziammo a chiacchierare. Scoprii che i cinque ragazzi erano in vacanza e che la casa apparteneva alla famiglia di Francesco. Confessarono senza alcun pudore che il loro scopo principale era conoscere delle ragazze carine con cui divertirsi.
“Le migliori però le prende sempre Francesco!”, disse Paolo, con un po’ di invidia.

Arrivarono le pizze e continuammo a bere birra fresca. Il tavolino ormai era stracolmo di bottiglie vuote. Giulia, come al suo solito, stava ingurgitando una quantità sorprendente di alcol, non badando alle conseguenze, che sia io sia lei conoscevamo bene…Io mi trattenetti dal bere troppo, visto che poi dovevo guidare. I tre ragazzi, invece, non avevano proprio fondo.
Più si beveva, più i discorsi diventavano stupidi. Giulia rideva come una sciocca: ormai l’alcol aveva fatto il suo effetto!
“Un’altra birra Giulia?”, chiese Francesco.
“Certo, perché no!”, disse lei, ormai ubriaca.
Ora era seduta sulla poltrona, con le gambe divaricate poggiate sul tavolino. Mi accorsi che sotto la gonnellina non portava intimo!
I due ragazzi si erano addormentati sul divano. Io, invece, continuavo a rimanere sveglio osservando quei due che si stuzzicavano come due ragazzini. Non vedevo l’ora di andarmene, ma non volevo neanche rovinare la serata con la mia gelosia.

A un certo punto Giulia chiese di andare in bagno.
Io e Francesco rimanemmo soli (gli altri due ormai erano entrati in un sonno profondo e, quindi, era come se non ci fossero).
Disinibito dagli effetti dell’alcol, Francesco mi confessò senza alcun pudore che ero fortunato, che la mia ragazza era davvero un bel bocconcino e che se non ci fossi stato io l’avrebbe portata di sicuro a letto.
Rimasi scioccato da tanta sincerità. Sapevo che le sue parole erano vere, ma non mi andava che qualcuno desse della troia alla mia ragazza così apertamente. Per cui la difesi, dicendo che non era “quel” tipo di ragazza.
“Vogliamo scommettere che ho ragione io?”, disse lui.
Non sapevo cosa rispondere, ma volevo continuare a sostenere la mia tesi. “Certo, mi fido di lei!”, risposi, sperando che questa mia sicurezza frenasse la sua arroganza e la sua lingua…
“Allora facciamo così: fai finta di dormire, e se dopo cinque minuti siamo ancora in questa stanza ti regalo 500€!”, propose lui.
“Dai, non dire sciocchezze!”
Così Francesco si alzò, prese il portafogli e gettò sul tavolino 5 banconote da 100.
“Se ti fidi così tanto della tua ragazza, dovresti accettare la scommessa! Non ci perderesti niente, anzi, vinceresti tanti soldi! Accetti?”
Rimasi pensieroso per qualche secondo. Poi, per non dargliela vinta, risposi:
“Va bene, ma ti do solo 5 minuti!”

Giulia tornò dopo qualche istante. Io mi coricai sul divano e finsi di dormire.
“Giulia, il tuo ragazzo è proprio uno smidollato: si è addormentato sul divano come un bambino!”
“Povero Matteo!”, rispose lei. “Dev’essere proprio stanco…”
“Finalmente siamo soli…”, disse lui, mettendole una mano sulla coscia.
“Che fai Francesco?”
“Senti, lo so che hai voglia di scopare tanto quanto me!” Aprendo leggermente gli occhi, vidi che si stava massaggiando il pacco.
“Dai Francesco, c’è il mio ragazzo là…”
“Allora spostiamoci! Vieni con me!”, disse lui alzandosi e prendendola per mano.
“Dove mi porti?”, rispose lei, seguendolo.

Con gli occhi chiusi, mi resi subito conto della cazzata che avevo commesso…Come potevo fidarmi di una come Giulia, che dopo qualche bicchiere di birra perde ogni freno inibitore? Di una che va in estasi appena vede un cazzo gigante che può sfondarla come piace a lei? Di una che non ha avuto alcuna remora a tradirmi più di una volta?
Mi alzai e salii al piano di sopra. Vidi subito che una stanza era illuminata, così mi diressi subito in quella direzione.
Sbirciando, vidi che Giulia era inginocchiata di fronte a Francesco, intenta a sbottonargli i pantaloni. Infilò la mano dentro la zip e tolse fuori il suo membro già duro.
“E’…è…troppo grande…”, disse lei, non capacitandosi di quello che aveva davanti ai suoi occhi.
“Prova a prenderlo in bocca e a succhiarlo!”, disse lui incitandola.
Lei aprì la sua bocca e fece un’enorme fatica a infilarsi il glande in bocca.
“E’ enorme! Non ho mai visto da vicino un cazzo così grosso!”
Allora iniziò a leccarlo con la punta della lingua. Poi provò di nuovo a prenderlo in bocca, riuscendoci stavolta. Iniziò a succhiarlo come solo lei sapeva fare. Francesco sospirava, godendosi quel trattamento.
Giulia si mise una mano sotto la gonnellina e iniziò a toccarsi. Doveva essere eccitata al massimo!
“Ti piace il mio cazzo troietta, eh?”
“Si…è stupendo…”
“Te lo voglio sbattere dentro quel culetto!”
“No…in culo no…mi farebbe troppo male…”
“E allora perché ti metti quei costumini così provocanti, eh? Dai, vienimi sopra!”
Francesco si distese sul letto, e lei gli salì subito sopra. Prendendogli il cazzo in mano, se lo appoggiò sulla fighetta bagnata e scese lentamente.
“Ohhh…è troppo grosso…”
“Dai troia, lo so che lo vuoi sentire tutto dentro…”
“Si…che bello…”
E così se lo infilò pian piano, iniziandosi a muovere su e giù per gustarsi tutta la parte dell’asta che riusciva a entrarle dentro.
“Ahhh…vengo…”, gridò Giulia dopo qualche stantuffata, e prese a contorcersi come un serpente.
Poi Francesco le sollevò la maglietta, afferrandole le tettine con le mani. La strinse per i fianchi e iniziò a scoparla come uno stallone. Lei urlava, tra il dolore e il godimento.
Io intanto mi stavo masturbando di fronte a quella scena. Era incredibile come Giulia riuscisse a trovare sempre così tanti cazzoni a soddisfarla! Sentendola gridare, venni nelle mutande.
Francesco, intanto, la girò e la prese da sopra. Le infilava il cazzo dentro e poi glielo sfilava, con un ritmo pazzesco. Lei ansimava ogni volta che quel bastone di carne le apriva la fighetta.
Venne almeno un’altra volta. Me ne accorsi quando emise un respiro lungo e profondo, mentre graffiava la schiena dell’instancabile Francesco.
Poi, a un certo punto, anche lui non ce la fece più: si sfilò il cazzo e si masturbò di fronte a Giulia, inondandole la pancia e i seni del suo seme.
Poi Giulia fece una cosa che mi sorprese: con le mani raccolse il seme di Francesco e si infilò le dita bagnate in bocca. Nel mentre lo guardava, con uno sguardo da vera puttana.

Francesco era soddisfatto. Le diede un bacio e uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle sue spalle.
Quando mi vide, mi fece un sorriso e mi disse:
“Cosa ti avevo detto?”
Poi andò in bagno, lasciandomi là di stucco.
Io entrai dentro la stanza. Giulia si era addormentata, sfinita. La guardai: era davvero soddisfatta di quella scopata! Il cazzo mi divenne di nuovo duro.
Però mi assalì anche una certa rabbia! Volli umiliarla un po’ come lei aveva umiliato me! La girai e le accarezzai il culetto sodo. Sputai sul mio cazzo e glielo infilai dietro.
Lei si svegliò e si accorse della mia presenza.
“Amore…che fai?”
Io non la ascoltai, e presi a sodomizzarla. Lei mugolava. Aveva il culetto così caldo e stretto…
“Ho visto cosa hai fatto prima troia! Ti meriti una bella punizione!”
“Oh…si…spingi…”
Iniziai a scoparla nel buchino posteriore con foga. Avevo in mente le immagini di cinque minuti prima, e mi eccitavo ancora di più!
Lei si stava toccando la fighetta, e mi incitava a continuare. Poi urlò di piacere, così io smisi di trattenermi e la riempii di sborra.
“Ahhh! Che troia che sei!!!”, fu il mio ultimo commento, quando l’ultima goccia uscì dal mio membro.

Dopo essermi ripreso, raccolsi la nostra roba, la presi in braccio (lei stava ancora dormendo) e insieme, sotto lo sguardo di una luna luminosa, abbandonammo la casa.
Mentre camminavo sul vialetto che conduceva ai parcheggi, guardai Giulia e mi vennero in mente dei pensieri un po’ tristi.
Avrei dovuto continuare a stare con una capace di tradirmi con il primo sconosciuto che le piaceva?
Quando l’orgoglio avesse preso il sopravvento sull’eccitazione, sarei stato capace di perdonarla?
Lei mi amava davvero?
Guidando verso casa, capii che non potevo sopportare per sempre quel suo comportamento egoistico. Avrei dovuto riacquistare il mio amor proprio! Avrei dovuto farle provare quello che io avevo provato quel giorno e le altre volte in cui l’avevo sorpresa a tradirmi!
Avevo in mente un piano…

Se il racconto vi è piaciuto, contattatemi a: matteofadda1978@libero.it

0 commenti:

 
Racconti Erotici Gratis | TNB