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Brutta In Culo, Ma Che Bocce

Conoscevo Luisa da tanto tempo. Era sempre stata una ragazza decisamente bruttina: naso da maialina ed espressione suina. Aveva avuto un solo ragazzo, uno sfigato come lei alla disperata ricerca di un buco in cui cacciare il cazzo. Persino lui alla fine l'aveva lasciata.
Alta un metro e settantacinque, bionda scura, non grassa ma con i fanchi larghi e un gran culone. Eravamo amici e spesso l'avevo ascoltata parlare dei ragazzi di cui era innamorata, ma che per lei erano inarrivabili.
Avevamo entrambi ventidue anni. Quella sera, verso l'ora di cena, squillò il mio cellulare.
Era lei.
"Ciao Guido, sono io, Luisa. Ti andrebbe di venire al cinema con me, questa sera?"
Io non avevo alcun impegno in particolare e accettai. Luisa era un cesso, ma mi era molto simpatica.
La passai a prendere alle nove e mezza e alle dieci eravamo al cinema.
Il film cominciò - un film sentimentale e noiosissimo - e io cercavo altre distrazioni per non annoiarmi.
Ad un certo punto mi trovai a guardare nella sua scollatura.
"Non c'è dubbio che sia brutta", pensai, "però guarda che bocce... ha delle tette enormi, pazzesche".
Quella vista mi eccitava.
Quando l'orribile film, che aveva scelto lei, finalmente finì, uscimmo insieme dal cinema.
"Ti va di venire da me?" mi chiese. "Ci beviamo qualcosa, chiacchieriamo un po'... insomma, una serata tranquilla". Accettai e ci dirigemmo verso casa sua.
Quando mi offrì da bere, optai per un caffè. Ci sedemmo sul divano e cominciammo a chiacchierare del più e del meno. Ad un tratto lei mi spiazzò completamente dicendomi:
"Mi trovi brutta, tu?"
"Mmm... no", mentii. "Sei una bella ragazza".
Lei inarcò le sopracciglia, perplessa. Non sapeva se credermi o no.
"Tu mi sei sempre piaciuto molto" mi disse, appoggiandomi una mano sul pacco. Non sapevo che fare, così rimasi immobile. Poi Luisa cominciò a muovere la mano, accarezzandomi il cazzo da sopra i pantaloni. "Ho voglia di fare l'amore con te" disse.
Poi mi baciò. Risposi prontamente al bacio, oramai eccitato. Con le mani andai subito a cercare le sue tettone.
Lei si staccò, mi guardò negli occhi e disse, massaggiandosi le tette:
"Ti eccitano, vero? Ho visto come le fissavi al cinema. Ti eccitano le mie bocce?"
"Tantissimo" sussurrai, poi mi tuffai con la faccia nella sua scollatura, cominciando a baciarle e leccarle oscenamente.
Lei mi calò la zip del calzoni e impugnò il mio cazzo in un attimo. Cominciò a masturbarmi. Le feci togliere la maglietta e, mentre lei muoveva la sua mano sul mio cazzo duro, continuavo a baciarle e leccarle le bocce.
"Mmmm..." mugolava la troia. "Ti piace come te lo meno, porcellino? Ti piace, vero?"
"Sì" dissi "ma ora mettitelo tra le bocce".
S'inginocchiò davanti a me, e dopo essersi sfilata il reggiseno fece scomparire la mia mazza tra le sue enormi, morbide e burrose tette. Cominciò a muoversi. Mi faceva impazzire.
Dopo un po' si alzò, si sfilò le mutandine e mi salì a cavalcioni, sparandoselo tutto nella figa.
Cominciammo a fottere come due conigli. Le enormi tettone mi ballonzolavano davanti agli occhi; una visione celestiale. Mentre le martellavo la figa con la cazzo, le succhiavo i capezzoloni duri e grossi e affondavo la testa tra quei seni spettacolari.
Fu una scopata meravigliosa. Mai avrei immaginati di poter godere tanto con lei. Era una vacca affamata. Quanto le piaceva il cazzo!
Quando sborrai, il mio cazzo sembrava un idrante. La allagai.
"Prendo la pillola", mi aveva detto, anche se non capivo perchè, dato che non aveva un ragazzo. Forse la sera, pur di prendere qualche cazzo, andava in giro a farsi sbattere dal primo che passava e che fosse disposto a trapanarla. Non lo saprò mai... e francamente non mi importa.
Sfilai il cazzo dalla sua figa e lei me lo ripulì per bene con la lingua. Quando ebbe finito il lavoretto, la mia mazza era lucidissima.
"Promettimi che non sarà l'ultima volta, questa" mi chiese quando mi accompagnò alla porta. "Promettimi che mi fotterai ancora. Hai un cazzo meraviglioso".
"Te lo prometto", risposi, ed uscii nella notte

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