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La Benvenuta

Non so cosa mi sia preso. Non avevo mai desiderato quella ragazza, anzi, tutt'altro: provavo nei suoi confronti qualcosa di vagamente simile al disgusto. Avevamo diciotto anni entrambi e lei mi veniva dietro, innamorata persa.
"Andrea, io non penso che a te", mi diceva. "Non ho mai amato tanto nessuno. Ti sarei fedele, sempre, e a letto non ti farei rimpiangere nessuna... Andrea, ma perchè non ti accorgi di quanto amore c'è dentro al mio cuore?"
Così parlava, Amanda. Ma io proprio non la sopportavo. Intanto era, secondo i miei canoni, abbastanza bruttina: capelli castani e occhi marroni, troppo magra per i miei gusti. Era praticamente pelle e ossa; il culo era solo una leggera curva appena percettibile. Insomma non mi attraeva fisicamente, sebbene fossi pronto ad ammettere che in giro c'era molto di peggio. Ma non si trattava solo del corpo: mi stava anche antipatica. La trovavo petulante e noiosa.
Insomma, più lontano da me stava, meglio mi sentivo.
Glielo dissi, più o meno in questi termini, e lei ci rimase molto male. Venni a sapere poi da alcune sue amiche che per qualche settimana neanche uscì di casa.
Poi, superata la delusione, riprese a farsi vedere in giro per la città, e dopo qualche mese venni a sapere che si era fidanzata.
Con chi? Ma con uno sfigato incredibile. Un tipo piccoletto, magrolino, esile esile, che sembrava bastasse una soffio di vento per catapultarlo dall'altra parte del mondo. Si chiamava Luigi e se non era lo zimbello del paese poco ci mancava.
Be', ha trovato quello giusto per lei, pensai e mi venne da ridere. Chi si somiglia si piglia.
Non potevo prevedere cosa sarebbe accaduto di lì a qualche tempo.

Così arrivò l'estate. Sia io che Amanda avevamo ormai diciannove anni. Era qualche mese che non l'avevo più vista, così rimasi sorpreso quando la incontrai una sera, in uno stabilimento balneare. Sedeva ad un tavolino con quello sfigato del suo ragazzo, a bere un'aranciata. Io mi trovavo invece con un gruppo di amici; in quel posto suonavano musica dal vivo e poteva esserci occasione di rimorchiare qualche tipa.
Lo speravo, perchè era un po' di tempo ormai che non svuotavo i coglioni dentro a qualche bella passera e l'astinenza cominciava a darmi sui nervi.
Così la incontrai. La salutai con un cenno della mano, ma lei non rispose al saluto. Evidentemente era ancora offesa per il mio rifiuto, condizione probabilmente resa ancora più triste dal fatto di trovarsi lì, seduta a quel tavolo, con un ragazzo sfigato come Luigi.
Mentre me ne stavo lì con i miei amici, però, mi ritrovai a osservare Amanda con più attenzione.
Cavolo, non era male quella sera. Indossava una magliettina che le lasciava scoperto l'ombelico e una gonna cortissima.
Aveva messo su qualche chiletto ed era davvero in forma. Il suo culo ora meritava grande rispetto.
"Caspita!" pensai.
Poi l'occhio mi cadde sulle tette. Accidenti, ma erano così grosse anche qualche mese prima? Mi sembrava impossibile. Non che ora mi apparissero enormi, ma lì davanti la signorina aveva due meloni non indifferenti.
Non riuscivo più a staccare gli occhi dalla sua scollatura.
Per un attimo il suo sguardo incrociò il mio, vide cosa stavo guardando, e mi accorsi che sorrise. Un sorriso malizioso, da troietta impertinente, come a dire: "hai visto a cosa hai rinunciato, coglione? Te ne accorgi solo ora?"
Be', coglione no, non mi ci sentivo. Amanda restava comunque una ragazza tutt'altro che bella. Però... però... però era in forma e quella sera mi attraeva. Mi ritrovai a immaginarmi di fotterla in tutte le posizioni. Il cazzo cominciò a gonfiarsi nelle mutande.
"Ehi, Andrea, ma cos'hai?" mi richiamò un mio amico. "Mi stai ascoltando?"
"Scusami", gli dissi "mi ero un attimo distratto. Scusa, pensavo ad altre cose..."
"Bah... ma cos'hai stasera?"
"Niente, niente..."
E intanto non riuscivo a distogliere lo sguardo da Amanda.
D'un tratto la vidi alzarsi, posare un bacio sulle labbra del fidanzato e allontanarsi dal tavolo. Dove stava andando? Al bagno, probabilmente.
Decisi di seguirla.
"Scusatemi ragazzi" dissi ai miei amici "devo fare una telefonata in privato..."
E mi allontanai, sulle tracce di Amanda.
La raggiunsi poco prima dell'ingresso dei bagni. Lei non si era accorta della mia presenza. Così mi avvicinai silenziosamente e le posai la mano sul culo.
Sentii le sue chiappe morbide sotto la mia mano e il mio cazzo s'ingrossò ancora di più.
Lei si voltò sorpresa, per vedere chi fosse l'impertinente. Quando mi riconobbe, spalancò gli occhi.
"Tu?" disse. "Che ci fai tu qui? Non vedi che questo è il bagno delle signore? Hai forse cambiato sesso?"
"Oh no" le risposi. "Ti posso assicurare che non ho affatto cambiato sesso... gusti, forse..."
"Ma che stai dicendo? E togli la tua mano dal mio culo, che di là c'è il mio ragazzo!"
Risi. "Ma chi se ne frega di quello sfigato!!!" esclamai. "Non sono meglio io?"
"Sì, ma tu non mi hai voluta, quando è stato il tuo turno. Ora sono fidanzata e gradirei che..."
Non le feci finire la frase. La baciai infilandole la lingua in bocca. Dopo qualche secondo, come dentro di me mi aspettavo, lei ricambiò il bacio.
Le palpai una chiappa con maggior vigore, poi le infilai una mano nelle mutandine.
"Sei un lago..." sussurrai.
"Accidenti a te!" esclamò lei sorridendo. "Accidenti a te... mi piaci ancora un casino! Ma di là c'è il mio ragazzo e, come ti ho già detto, gradirei che..."
"Io gradirei mettertelo in quel bel culetto" completai la frase per lei. "Che ne dici?"
Le sfiorai un capezzolo e lo trovai turgidissimo.
"E va bene" rispose "mi piaci toppo... ma come facciamo..."
"Seguimi" le dissi. "Passiamo da questa parte, così il tuo ragazzo non ci vede".
"Dove andiamo?"
"A casa mia"
"Ma Luigi come la prenderà? Cosa farà quando si accorgerà che non torno dal bagno? Si preoccuperà... e che scusa potrei trovare?"
"Oh, ma chissenefrega di quel coglione! Lascialo qui! Quando vede che non torni più... be', saranno affari suoi. Dai, andiamo! Qui c'è un cazzo palpitante tutto per te!"
E andammo.

Tutto mi aspettavo fuorchè che fosse così troia.
Non feci in tempo a chiudere la porta di casa che lei mi saltò addosso. Letteralmente. Poi m'infilò la lingua in bocca e cominciammo a limonare.
Raggiunta la camera da letto, eravamo già mezzi spogliati. Le leccai l'ombelico con cura, tutto il pancino, poi mi dedicai alle sue tette. Belle e morbide; decisamente gustose.
"Non sai quanto ho atteso questo momento..." mi disse.
Non le risposi nemmeno. Scesi fino alla sua fighetta e la leccai per bene.
Poi fu il suo turno di lavoro orale. Mi sfilò le mutande e quando vide il mio cazzo esclamò:
"Ooooh! E' molto più grande di quello di Luigi!"
"Ci avrei scommesso!" risposi ridendo "ma ora prendilo in bocca..."
Lo imboccò tutto in un sol colpo e cominciò a succhiarlo mugolando. Nel frattempo mi massaggiava i coglioni.
Cazzo, ci sapeva fare! Era forse il miglior pompino mai ricevuto. Chi l'avrebbe mai detto! Proprio da lei!
Lasciai che si gingillasse col mio pisello per un po', poi le sfilai le mutandine, le salii sopra e la penetrai.
"Oooooh...." ansimò lei, "che bello... il tuo uccellone tutto dentro alla mia fighetta... mmm... dai Andrea... scopami... scopami bene..."
"Certo puttanella... eccoti il cazzo... tutto per te... prendilo bene...fino in fondo".
Nel frattempo limonavamo oppure le leccavo il collo e le tette.
Me la stavo davvero godendo.
Dopo un po' la misi a pecorina e la montai in quel modo, aggrappandomi alle tette e continuando talvolta a leccarle il collo. Lei apprezzava molto.
"Oh sì" gridava "fottimi Andrea, fottimi per bene! Oh, se penso al povero Luigi, tutto solo a quel tavolo... e io qui a godermela..."
"Be'? Finisci la frase no? Se pensi a lui solo a quel tavolo...?"
"Mi eccito ancora di più!" gridò venendo senza ritegno.
Io però non ero ancora venuto e avevo in mente un posticino particolare in cui depositare tutto il mio sperma...
Così cominciai a massaggiarle il buchetto posteriore con un dito. Lo leccai un po', poi, con l'aiuto di un po' di vaselina, glielo sparai dentro.
Lei strinse i denti solo all'inizio; poi, come la più consumata delle vacche, cominciò ad agitare furiosamente il culo, spingendolo contro il mio cazzo.
"Sì! Inculami!" gridava "inculami per bene! Dai, sbattimelo tutto fin dentro alle viscere... dai porco, fammi il culo... mmmm.... "
Ero in estasi, sul serio. Non avevo mai goduto tanto. Quel culo era magnifico.
Ancora qualche minuto e sentii la mia resistenza cominciare a vacillare. Quel culo strettissimo mi avvolgeva il cazzo in maniera troppo eccitante; inoltre i suoi incitamenti, pronunciati con voce da vera zoccola, mi arrapavano sempre di più e mi portarono al limite.
"Sto per sborrare!" l'avvertii.
"Nel culo, nel culo!" disse lei raggiungendo in quel preciso momento un altro orgasmo. "Riempimi il culo di sborraaaaaaaa!!!!!!!!"
Sborrai nel suo culetto, godendo come non mai.

Il giorno dopo, verso sera, mi arrivò un sms.
Era di Amanda. Recitava:
"Ciao! Dopo quanto accaduto ieri sera ho deciso di lasciare Luigi. L'ho mollato poco fa. Voglio stare solo con te, amore mio! Ti amo".
Quello che non aveva calcolato era che io non avevo alcuna intenzione di stare con lei. Non una relazione fissa, naturalmente; ma se avesse deciso di prendere ancora il cazzo in culo, sarebbe stata sempre la benvenuta.

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