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Le Avventure Di Max E Sua Madre

1


"Tesoro, svegliati! La colazione è in tavola"
Lentamente, Max emerse dal sonno. Non ricordava di preciso cosa stesse sognando; solo che c'entravano in qualche modo donne nude nude in pose provocanti. Andò al bagno a orinare e si accorse di avere un incombente problema: il suo pene pareva un punto esclamativo. Era così tutte le mattine, e sicuramente quegli strani sogni avevano contribuito...
Si recò in cucina per la colazione e trovò sua madre affaccendata ai fornelli. Senza quasi accorgersene, su quel culo pieno e ... invitante.
"Oddio, ma cosa sto pensando?", pensò distogliendo lo sguardo. "E' mia madre!"
Ma il suo pene, che si stava ammosciando, aveva ritrovato d'improvviso tutto il suo vigore.
Effettivamente, con i suoi quarantadue anni, Chiara era ancora una bellissima donna. Alta e in perfetta forma, rossa di capelli e con un seno esagerato. Una quarta piena che avrebbe fatto ancora la felicità di moltissimi ragazzi, anche molto più giovani.
"Sì, ma è mia madre", si ricordò Max sedendosi, deciso ad allontanare una volta per tutti quei pensieri sconvolgenti.
"Ben svegliato, tesoro", lo salutò Chiara. "Come vanno gli studi? Quando hai il prossimo esame?"
"Tra circa un paio di settimane, ma'" rispose Max, la voce ancora un po' impastata dal sonno. "Comunque vanno bene, sono abbastanza avanti".
"Ne sono contenta. Ha chiamato tuo padre, ieri sera. Dice che l'incontro di lavoro è andato bene, ma che dovrà star via ancora una settimana".
"Ah", disse Max, a cui la notizia non faceva nè caldo nè freddo. Per un'altra settimana sarebbe stato da solo in casa con mamma.
Meglio così. Non si recava in facoltà in quei giorni, preferiva studiare in casa, e meno persone c'erano, più tranquillità e concentrazione riusciva ad ottenere.
Ad un certo punto, con un movimento sbadato del braccio, si rovesciò addosso la tazza di latte caldo. Precisamente all'altezza del cavallo dei calzoni.
"Ti sei scottato?" chiese sua madre in tono apprensivo.
"No, però diamine..."
"Aspetta che ti aiuto a pulirti". Prendendo uno straccio bagnato, Chiara s'inginocchiò di fronte al figlio e cominciò a strofinare all'altezza del pacco.
Solo allora si accorse dell'erezione del figlio...
"Oh" disse rialzandosi di scatto. Imbarazzata, notò anche un'altra cosa: che Max fissava con occhi spalancati la sua vistosa scollatura.
Si guardarono poi negli occhi e, entrambi imbarazzati, finirono per distogliere lo sguardo.
"Be', è il caso che io vada studiare", farfugliò Max. "Altrimenti resto indietro. Grazie per la colazione..."
"Sì, anche io ho tante faccende da fare..."
Entrambi erano frettolosi di risolvere l'imbarazzante episodio.
Una volta nella sua stanza, Max si sdraiò sul letto e lasciò correre i pensieri.
Liberi.
La scollatura di sua madre... i seni prorompenti, enormi, compressi dalla stoffa...
il suo culone... morbido e invitante...
Senza quasi rendersene conto, si slacciò i pantaloni e cominciò a masturbarsi. Mancava poco all'orgasmo quando la porta della sua stanza si aprì d'improvviso.
Che idiota! Non aveva chiuso a chiave!
Sua madre fece capolino dalla porta.
"Ti ho portato le sigarette, ieri le hai lasciate in salotto e... ooopss... scusa, non immaginavo che..." Resasi conto della situazione, balbettando, sua madre uscì e richiuse la porta.
Max si sentì una merda. Mai aveva provato una vergogna simile. Sorpreso da sua madre mentre si masturbava! Cosa poteva esserci di più umiliante?
Ma c'era qualcosa di ancor più sconvolgente. Nonostante il devastante imbarazzo, il suo pene era rimasto ancora eretto. Anzi, la vista di sua madre aveva contribuito ad aumentarne il vigore.
Così finì quello che aveva iniziato, sborrandosi litri di sperma nella mano.

Anche Chiara era rimasta turbata da quanto aveva visto. Turbata ed eccitata. Sì, inutile nasconderlo a se stessa.
Sdraiata in camera da letto, cominciò a toccarsi. Nella mente, aveva fissa l'immagine del pene di suo figlio. Un pene di tutto rispetto, che sicuramente si avvicinava ai venti centimetri, e con una circonferenza niente male. Sicuramente molto meglio di quello di suo padre...
Suo padre, cioè suo marito.
Non l'aveva mai tradito. Non solo: non aveva neanche mai pensato seriamente di farlo. Gli era rimasta fedele, col corpo e con la mente, fino a quel momento. E possibile che ora desiderasse di tradirlo proprio con suo figlio?
Continuò a toccarsi sempre più appassionatamente, accelerando il ritmo. Ma proprio mentre mancava poco perchè l'orgasmo montasse, si bloccò domandandosi:
"Ma che diavolo sto facendo? A che diavolo sto pensando? Sono un'immorale!"
Smise di toccarsi sul più bello. Piena ancora di voglia, ma ora anche di vergogna per se stessa, si portò le mani al volto.

I giorni passavano e nessuno dei due parlava più dell'episodio, per quanto entrambi ci pensassero assiduamente. Chiara si tormentava per l'imbarazzo, Max si ammazzava di seghe.
Mancavano ormai solo tre giorni al rientro del capo famiglia, evento che forse avrebbe riportato tutto alla normalità. Se non che, un pomeriggio, la situazione precipitò.
Max era andato in cucina a prender un bicchier d'acqua. Sua madre, nella stanza accanto, stava facendo delle pulizie.
"Max", lo chiamò. "Mi reggi per qualche minuto lo sgabello, che devo spolverare quello scaffale lassù in alto?"
Lui l'accontentò, non potendo evitare però di guardarle il culo.
Quando stava per scendere, lo sgabello traballò e Chiara scivolò. Ci pensò suo figlio a sorreggerla... ,ma così, facendo, involontariamente, strofinò il suo pene, già durissimo, contro quel culone morbido.
Rimasero entrambi paralizzati per qualche istante.
"Scusa mamma, io non..." balbettò Max, senza però muoversi. Il cazzo, più duro che mai, era incastonato al centro di quelle belle chiappone.
"Non... cioè..."
E qualcosa accadde nella mente di Chiara.
"Sssssssssttt", disse voltandosi. "Non dire una parola". E, senza aggiungere altro, lo baciò.


2


Era stata la sua figa a decidere per lei. Complice l'eccitazione di quei giorni, non sfociata in una vera e propria masturbazione, la sua voglia aveva devastato qualsiasi resistenza etica o morale.
Non appena aveva sentito il cazzo duro di suo figlio premerle fra le chiappe, aveva perso la testa.
Fu un bacio lungo e appassionato. Quando si staccarono, Max sussurrò:
"Mamma, forse non dovremmo..."
Ma lei gli pose un dito sulle labbra ad intimargli nuovamente il silenzio.
Impossibile resistere agli imperativi della figa.
Lentamente, tremante di voglia, s'inginocchiò e gli slacciò i pantaloni.
"Vediamo un po' che cosa c'è qui dentro", disse accarezzandoglielo da sopra le mutande. Poi le calò.
Il cazzo di Max saltò fuori come un giocattolo a molla.
"Com'è bello" si lasciò sfuggire Chiara. "E' proprio un bel cazzo, figliolo mio... ti ho fatto proprio bene. Un capolavoro, oserei dire..."
"Mamma, io non sono sicuro di quello che stiamo facendo. Preferirei... preferirei smettessi!"
Era diventato rosso come un peperone.
Sua madre lo guardò dal basso all'alto, fissandolo negli occhi.
"Davvero?" chiese con un ghigno. "Davvero preferisci che smetta? Il tuo cazzo non sembra della stessa idea..."
E così dicendo diede un veloce bacino all'oggetto in questione, che ebbe una pulsazione, come ringraziando.
"Mi sembra che il tuo pistolino qui, anzi, forse è il caso di dire pistolone, apprezzi le mie attenzioni e non abbia voglia di tornarsene nelle mutandine...dove resterebbe solo soletto... "
"Mamma, è che... non so.... mi sembra immorale..."
Ignorando quest'ultima affermazione e continuando a guardarlo fisso negli occhi, Chiara gli domandò:
"Vuoi che te lo prenda in bocca?"
"Mamma..."
"Allora, sì o no?"
Oh mio dio, pensò Chiara in un attimo di lucidità, un barlume di ragionevolezza nel vortice della lussuria che aveva attanagliato la sua mente. Che cosa sto facendo? Che cosa sto dicendo? Ho appena chiesto a mio figlio se vuole un pompino da me? Sono diventata matta?
Ma prima che potesse tornare sui suoi passi, Max sussurrò, con un filo di voce:
"Sì... va bene. Lo voglio. Sistemiamoci sul divano, però. Non mi va di stare in piedi".
Si sedette soltanto Max. Chiara, di nuovo precipitata nel vortice più lussurioso di prima, s'inginocchiò davanti a lui. Gli prese la mazza in mano e cominciò a segarlo. Prima lentamente, poco più di uno strofinio, poi sempre più velocemente, guardando fissamente la cappella violacea e grande.
"Ti piace?" gli chiese. "Ti piace come ti masturba la mammina? Come te lo mena per benino?"
"Sì" rantolò Max. "Mi piace tanto tanto tanto..."
"Ora la mammina te lo prende in bocca, come promesso. Ti va?"
"Sì..."
"E allora chiedimelo. Voglio che tu me lo chieda. Mi eccita..."
"Ah.. va bene... prendimelo in bocca, allora".
"No, voglio che tu dica: mammina, ti va di prendermelo in bocca?"
"Sei incredibile mamma! Incorreggibile... comunque va bene: mammina, ti va di prendermelo in bocca?"
"Certo figliolo mio" disse lei e si calò sul cazzo.
Affamata, prese a succhiare come una forsennata. Lo ingoiava tutto, fino alle palle. Se lo cacciava in gola, poi se lo sfilava dalla bocca e leccava lentamente tutta l'asta.
"Te la stai godendo la bocca di mamma, vero?"
"Oh sì!"
Faceva versi osceni succhiando. Sbavava come una troia.
Una troia incestuosa, pensò, ecco cosa sono. Una porca incestuosa, golosa e affamata.
Mentre succhiava, prese a massaggiare dolcemente le palle pelose del figlio. Ogni tanto, quando si staccava dal cazzo, le leccava e le succhiava.
"Sei meravigliosa, mamma", disse Max.
Lei per tutta risposta s'infilò il cazzo ancora più in fondo alla gola.
Succhiava e mugugnava, tastando i coglioni, talvolta tornando a leccarli e a prenderli in bocca, infoiata come una cagna.
E' quello che sono, si disse. Esattamente quello che sono. E al diavolo l'etica e la morale! Mi sto eccitando come non mi è mai successo a godermi la mazza di mio figlio, e solo questo conta, nient'altro! Se sono felice allora va tutto bene, e mi sembra che anche lui lo sia...
Come a confermare i suoi pensieri, Max esclamò:
"Mamma, sto per venire! Spostati o ti sporco!"
Lei staccò la bocca dal cazzo e disse:
"E perchè dovrei spostarmi? Sborrami in bocca! Lo voglio bere tutto...!"
E veloce se lo ricacciò tra le labbra.
La sborrata arrivò, puntuale e poderosa. Chiara ingoiò tutto, da brava cagna qual era diventata. Si leccò le labbra compiaciuta. Mai aveva bevuto niente di più buono. Mai aveva trovato nettare più saporito.
"Ora che ti sei sfogato" disse sedendosi accanto al figlio, "riprendi le forze con calma e preparati ad una sessione di sesso indimenticabile. Oggi non ho ancora finito con te..."


3


Non ci volle molto perché Max riacquistasse energie. Sua madre cominciò a dargli bacini e leccatine sul collo e in pochi minuti il suo cazzo tornò a dare segni di vita.
Chiara se ne accorse e lo prese di nuovo in mano, massaggiandolo con amore. Con la mano libera si slacciò la camicetta che indossava. Alla vista di quelle tette enormi, mal contenute dal reggiseno (Chiara portava una quarta abbondante) il cazzo di Max tornò a pieno regime.
"Posso... posso toccarle?" chiese Max.
"Ma certo tesoro, tutto quello che vuoi. Toccale..."
Con delicatezza, Max le tirò fuori dalle coppe del reggiseno e cominciò ad accarezzarle. I suoi tocchi si facevano via via più vigorosi ed energici, finchè arrivò letteralmente a "mungerle".
"Ti piacciono le poppe della mamma?" chiese Chiara.
"Sono fantastiche!"
"E allora baciale... su figlio mio... baciale e leccale.."
Fu un invito a nozze. Max si avventò sulle tette enormi e morbide della madre. Intanto, Chiara lo masturbava dolcemente.
Ogni tanto lui alzava la testa e pomiciavano come due innamorati. Poi lui tornata a succhiare, mungere, leccare e sbavare quelle tette immense, quelle bocce assurde e irresistibili, calde e morbide, mentre lei lo segava per benino.
"Te le godi, vero?"
"Sì... non mi staccherei mai da loro!"
"Potrai succhiarle e baciarle ogni volta che vorrai... ora però... voglio il tuo cazzo! Voglio scoparti! Ti va figliolo? Ti va di fotterti la mamma?"
"Non staremo esagerando?"
"Niente affatto amore mio. Ormai... allora, ti va di fottermi?"
"Sì..."
Così, Max finì di spogliarsi e si sdraiò supino sul divano. Chiara si denudò completamente e gli salì a cavalcioni. Con la mano accompagnò il cazzo del figlio nella sua figa bagnatissima e vogliosa.
Iniziò la memorabile cavalcata. Max toccò il cielo con il cazzo.
Che figa incredibile era sua madre! Si muoveva su di lui come un'ossessa. Inesauribile, saltava sul cazzo mentre lui le strizzava e leccava le tette.
"Ti piace, amore? Ti piace fottere la figa della mamma?"
"Sì... mai niente è stato così bello..."
"E allora fammi sentire bene il tuo cazzone... senti com'è calda la mia fregna... mmm mmmm amore... questa è decisamente la migliore scopata della mia vita..."
"Oh, mammina..."
"Mmmmm... ora che ho scoperto il tuo cazzo, tesoro, dovrai darmelo sempre, tutte le volte che vorrò, senza fare storie..."
"Per me sarà un grande piacere, mamma..."
"Meglio così... perchè ti farò impazzire..."
Intanto continuavano a fottere, guardandosi negli occhi.
"Mamma... ma quando torna papà come faremo?"
"Qualcosa ci inventeremo, stai tranquillo... alla tua mazza ormai non rinuncio... poi lo conosci, lui si addormenta subito... e io posso sgattaiolare nella tua stanza e fare tante porcate con te..."
"Oh, mamma!!!"
"Sì amore... e poi lo sai... di sicuro avrà presto qualche altro impegno di lavoro... e noi potremo restare di nuovo soli a fottere come due conigli..."
"Mamma... così mi fai sborrare! Sto per venire!"
Chiara si sfilò il cazzo dalla figa fradicia e se lo posizionò tra le tette. Cominciò a sollazzarlo in quel modo così porco.
"Vieni qui, amore... vieni tra le tette della mamma, che ti piacciono tanto... su sborra, sborra amore mio.."
"Oooooooh.... ecco che arriva mamma, ecco che arriva il mio sperma... tutto per te!"
Fu una sborrata colossale, pazzesca, incredibile. Ancora, se possibile, più potente di quella precedente. Imbrattò le tette di Chiara, il mento, la bocca e persino il naso.
Lei, da vera cagna, cominciò a leccare tutto, raccogliendo anche lo sperma che le era finito sul prosperoso seno. Poi, con un sorriso, ripulì per bene tutto il cazzo del figlio.
"Ci divertiremo un mondo, amore", gli promise dandogli un ultimo bacio sulla cappella.


4


Chiara e Max ormai erano diventati amanti. Nulla poteva più fermare la loro passione travolgente, nemmeno il rientro in casa del capofamiglia. Nè potevano aspettare che fosse via per nuovi impegni di lavoro, per scopare.
Così la sera, quando l'uomo si addormentava - il che accadeva abbastanza presto, a dir la verità - Chiara sgattaiolava fuori dalla sua stanza ed entrava nella camera del figlio.
Lui l'attendeva completamente nudo sotto le coperte, il cazzo già durissimo per l'eccitazione. Lei lo accarezzava dolcemente, da sopra le coperte, poi scivolava sotto insieme a lui e lo afferrava. Gli tirava seghe clamorose, gli faceva pompini celestiali... poi fottevano come conigli assatanati.
"Stiamo sbagliando, secondo te, mamma?" chiese una sera Max mentre Chiara lo cavalcava selvaggiamente.
Lei si chinò verso di lui, sempre tenendo il cazzo infilato nella figa, e gli offrì le tette da succhiare.
"Ti piace quello che facciamo, tesoro? Ti piace la mia figona calda? E le mie poppe morbide morbide? Se tutto questo ti piace, allora non stiamo sbagliando proprio niente".
Poi si era sfilata il cazzo dalla figa e si era messa a novanta, sventolandogli il culo davanti alla faccia.
"Dai, sbattimelo nell'ano, porcellino" l'aveva invitato.
Lui se l'era inculata alla grande, afferrandole le tettone mentre la fotteva.
"Ti piace farti il culo della mamma, vero? Ti piace infilare il tuo bel cazzone nell'ano della tua mammina puttana..."
"Oh sì, mamma, sei proprio una cagna... prenditelo tutto..."
Poi lei si faceva sborrare sulle tette o in bocca. Gli piaceva il sapore dello sperma del figlio. La faceva eccitare ancora di più, nonostante tutte le volte che fosse venuta.
"Il tuo cazzo mi fa impazzire, tesoro mio" disse lei quando ebbero finito, baciando dolcemente la cappella. "Non ci rinuncerò mai... sempre che a te la mia figa e le mie tette piacciano ancora..."
"Mi piaceranno sempre, mamma".
"Bene, ne sono felice... allora credo proprio che la nostra passione non si esaurirà mai..."


5


Ne accaddero, di cose straordinarie; avventure incredibili e indimenticabili.
“Se è un sogno” pensava Max “spero proprio di non dovermi svegliare più...”
Non ricordava periodo più felice in tutta la sua vita. Aveva una mamma bella e porca a sua completa disposizione: cos'altro poteva desiderare?
Anche Chiara era sempre al settimo cielo. Non le capitava più di sentirsi giù: aveva sempre un cazzone giovane e forte tutto per lei, sempre pronto a saziare la sua figa perennemente affamata.
A Max piaceva da morire vedere la madre in grembiule affaccendarsi ai fornelli. Lo eccitava davvero tanto rimirarla in quella posizione. Quando la trovava in quel modo, si avvicinava lentamente da dietro e le appoggiava il cazzo – già duro, naturalmente – nel solco tra le chiappe. Glielo strusciava a lungo, facendole sentire la generosa erezione. Nel frattempo, con le mani le risaliva i fianchi fino a raggiungere i seni, che palpava con gusto. Era una posizione molto eccitante per entrambi, quella, anche per Chiara, che per qualche strana ragione, in quel modo si sentiva anche psicologicamente posseduta dal figlio.
La sua mamma, la sua troia, la sua cagna.
Poi Max continuava baciandola sul collo, sempre continuando a strusciarle il cazzo addosso: a quel punto Chiara perdeva la testa, si voltava e lo baciava. Dimenticandosi di ciò che stava cucinando, lo limonava a lungo, poi gli tirava fuori il cazzo e se lo cacciava in bocca. Finivano per fottere sul tavolo, anche se magari già apparecchiato. Fottevano ovunque e la stessa storia si ripeteva anche quando lei stirava.
Max non riusciva a resistere alla vista meravigliosa di quelle chiappone. Doveva appoggiarci per forza il cazzo, sfregarcelo contro... infine infilarlo in quel buco godurioso.
Nuove possibilità di scopare liberamente si prospettarono per le vacanze estive. Avevano affittato per l'occasione una casa in una località di mare, ma per i soliti imprevisti di lavoro, il padre di Max non avrebbe potuto raggiungerli prima di una settimana...

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