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Giulia, La Ragazza Del Mio Amico

Non ce la facevo più, cazzarola. Dovevo proprio pisciare. Abbandonai l'aula nella quale stavo seguendo una lezione di letteratura polacca e, con la vescica che mi faceva un male cane, percorsi velocemente il corridoio - affollato come quello di tutte le università di questo mondo - e raggiunsi il bagno degli uomini.
La tazza mi sembrava una visione celeste. Entrato nel cesso, aprii la patta e mi liberai.
Solo quando ebbi finito mi accorsi di qualcosa di molto strano; dal vano accanto provenivano dei rumori sospetti.
Sembrava che qualcuno si sentisse male.
"Ehi, tutto bene?" provai a chiedere. Nessuno mi rispose. Provai ad aprire la porta, allora, e... cazzo!!!
Mi apparve agli occhi una scena incredibile.
Una ragazza era in ginocchio e spompinava rumorosamente un ragazzo che conoscevo di vista. Era un fuori corso, che probabilmente avrebbe impiegato ancora molti anni a laurearsi.
"Ops, scusate..." mormorai imbarazzato. Feci per chiudere la porta quando la ragazza, che fino a quel momento mi aveva dato le spalle, si girò verso di me.
Secondo shock!
La conoscevo!
Lo stupore serpeggiava nei suoi occhi. Lo stupore e... la paura.
Sì, perchè conoscevo molto bene quella ragazza. Si chiamava Giulia ed era la fidanzata di un mio carissimo amico, nonché compagno di corso.
Ed io l'avevo beccata nel cesso dell'università, intenta a sbocchinare il cazzo di un altro!
Che situazione, pensai tra me. Proprio una situazione di merda.
Lei si alzò in piedi, tremante. Non sapeva che fare o dire. Era imbambolata.
Il ragazzo intanto, avendo compreso che la situazione non era delle migliori, che erano in arrivo guai, si ricompose alla svelta e sgattaiolò via senza dire una parola.
Restammo soli io e Giulia. Aprii la bocca per dire qualcosa, ma non uscì niente. Quindi la richiusi. Feci due passi indietro, pronto ad andarmene anch'io, quando lei disse:
"Aspetta".
Mi fermai. "Cosa c'è?"
"Torna dentro, voglio parlarti".
Obbedii. Subito lei chiuse la porta del cesso.
"Quello che è successo è stato... " La vidi mordersi le labbra, mentre cercava le parole. "E' stata una debolezza, niente di più. Ti prego, non dirlo al mio ragazzo".
"Be', immagino che..."
"So bene che Marcello è un tuo caro amico" continuò "So quanto siete legati e so che ti senti in dovere di raccontargli quello che hai visto. Ma io ti prego di non farlo".
Mi dispiaceva davvero per il mio amico e d'improvviso mi sentii un po' incazzato con questa troia che se ne sbatteva di lui, e alla prima occasione, di nascosto, si chiudeva in un cesso e prendeva in bocca il cazzo di un altro.
"Non posso", le risposi allora, con un tono di voce gelido. "Marcello è un mio amico e merita di sapere chi è la sua ragazza. E poi, se gli vuoi davvero bene, perchè stavi facendo un pompino a quel tizio?"
"E' stata una debolezza, te l'ho già detto" mi rispose. Si avvicinò un po' a me. In quello spazio strettissimo eravamo praticamente attaccati. "Per favore", proseguì "Non voglio rompere con lui. Ti prego, tieni la bocca chiusa..."
Mentre faceva così, fece una cosa che mi spiazzò completamente.
Posò la mano sulla patta dei miei calzoni.
Subito sentii un brivido scuotermi.
In effetti, Giulia era proprio una gran bella figa e devo ammettere che più di una volta avevo sognato di fottermela. Capelli neri e ricci e un culo da sogno. Mi ero masturbato spesso pensando a lei, ma... ma le fantasie erano solo fantasie. Mai avrei osato provarci con la ragazza di un mio caro amico.
Certo, ora le cose erano un po' più diverse. Tutti quei ragionamenti a poco servivano: lei aveva appoggiato una mano sul mio cazzo e quel tocco aveva spazzato via tutte le buone intenzioni.
Lei sentì il mio pisello indurirsi sotto la sua mano.
"Bene bene", disse. "Credo che potremmo anche metterci d'accordo, allora..."
Non risposi, non mi mossi, non feci assolutamente nulla. Non ce ne fu bisogno.
Lei si mise in ginocchio e mi aprì la patta dei calzoni. Nel frattempo mi guardava negli occhi. Me lo tirò fuori, lo avvicinò al naso, lo annusò, poi mi sorrise estasiata.
"Siamo intesi, allora?" mi chiese passandosi la lingua sulle labbra. "Io faccio felice il tuo cazzo e tu tieni la bocca chiusa..."
Annuii, impercettibilmente. Per lei fu sufficiente.
Diede una bella leccata all'asta, poi passò ai coglioni, che succhiò dolcemente. Infine, spalancò quella bocca vogliosa e ci fece sparire dentro il cazzo.
Succhiava divinamente, merda. Nessuna mi aveva mai fatto un pompino del genere. Arrivava ad ingoiarlo fino alle palle, poi lo deliziava con abili colpi di lingua e veloci bacini.
"Ti piace", mi chiese, guardandomi negli occhi e menandomelo velocemente.
"Sì", farfugliai
"Non ti dispiace per il tuo amico, ora?" mi domandò "Ora che sei tu a goderti la bocca della sua ragazza, non provi rimorsi?"
"Sta zitta e succhia!" dissi infilandole prepotentemente tutto il cazzo in gola. Lei gradì e continuò a succhiare.
Dopo qualche minuto, senza darle alcun preavviso, le sfilai il pisello dalle labbra.
"Che c'è?" fece lei "perchè lo hai tirato fuori?"
"Perchè non mi basta la tua bocca", le risposi "voglio farti il culo".
Mi aspettavo obiezioni, o almeno una vaga resistenza formale. Nulla di tutto questo. Assolutamente niente del genere.
Mi offrì invece un sorriso malizioso e si mise a novanta, le mani appoggiate sul coperchio del water.
"Sei una troia incredibile", le dissi "una cagna senza alcun pudore".
"E' vero" mi rispose "ma perchè ora non stai zitto e pensi ad incularmi?"
Le sue parole, così porche, così sfacciate, mi fecero eccitare ulteriormente. Le calai calzoni e mutande e con un colpo di reni fui dentro al suo culo.
Il cazzo non aveva fatto alcuna difficoltà ad entrare. Evidentemente era stato ben allargato da altri piselli, anche più grandi.
Me la inculavo di gusto, leccandole la schiena e baciandole il collo.
"Era la prima volta che mettevi le corna a Marcello?" le chiesi mentre la fottevo per bene.
"Oh no" rispose lei, godendosi felice i colpi del mio cazzo "mi sono fottuta un sacco di altra gente. Marcello ha più corna di un cesto di lumache. Vuoi sapere con chi sono stata?"
"No" le risposi aumentando il ritmo "preferisco non saperlo".
"Be', comunque, ora ci sei anche tu nella lista. L'amicone fidato, certo. Che ora mi sta facendo il culo..."
Non riuscii più a trattenermi. L'amplesso, unito alle parole della troia, formava un mix troppo eccitante. Venni scaricandole litri di sperma nel culo.
I minuti successivi furono alquanto surreali.
Ci ricomponemmo in silenzio, senza neanche guardarci. Era come se fossimo due estranei e non ci fossimo mai parlati.
Mi lavai le mani e la faccia, mi guardai allo specchio, provai un po' di disgusto per me stesso, poi tornai a confondermi con la confusione del corridoio.

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