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Il Buco Merdoso

Incollato alla serratura, il mio occhio spiava famelico tutto ciò che avveniva all'interno della stanza. Solo ogni tanto lo staccavo per guardarmi alle spalle, temendo che arrivasse qualcuno.
Roberta mi aveva stregato sin dall'inizio della serata, quando era arrivata in quella villetta in periferia dove noi tutti, vecchi amici, ci eravamo riuniti per una rimpatriata.
Moretta e occhi scuri, una terza piena di reggiseno e un culetto che ti veniva voglia di prenderlo a morsi, a me sembrava più bella che mai. Avevo provato ad abbordarla sin da subito, ma lei mi aveva trattato con sufficienza. Mentre le ore passavano e l'alcol si faceva strada nelle nostre vene, il mio desiderio nei suoi confronti cresceva a dismisura.
Così, quando si era congedata dagli altri per andare in bagno, l'avevo seguita silenziosamente.
Ora ero lì, a spiarla dal buco della serratura e a massaggiarmi il pacco.
Con movimenti aggrazziati, Roberta si abbassò jeans e mutandine e si sedette sul cesso. Un po' meno aggraziato fu lo scoreggione che un secondo dopo le esplose dal culo.
Incredibilmente, contro ogni aspettativa, il cazzo mi si rizzò furiosamente a quel rumore.
Che razza di pervertito ero diventato?
Vidi la faccia contrarsi in un'espressione di leggero sforzo e... plom! Ecco qui il primo stronzo che cadeva nella tazza.
Eccitato come una bestia continuai a massaggiarmi il pisello da sopra i pantaloni con maggior vigore. Se solo potessi masturbarmi, pensai. Forse, magari, se faccio in fretta...
"Ehi tu, ma che diavolo stai facendo?"
La voce mi fece sobbalzare. Mi voltai di scatto e mi ritrovai davanti ad Elisa, un'amica di Roberta. Anche lei non certo male: riccioli biondi, occhi marroni ed una prorompente quarta di reggiseno.
La guardai con espressione colpevole.
"Io..." farfugliai, "be'... ecco... non è come pensi, stavo solo..."
"Stavi guardando cosa? Se il bagno era occupato? Un'alternativa al bussare?"
La sua voce stava salendo d'intensità e avevo paura che gli altri dall'altra stanza ci sentissero.
"Per favore" la implorai "non gridare".
"E perchè non dovrei gridare? Sei un depravato! Ti stavi persino toccando!"
All'improvviso, dall'interno del bagno, giunse la voce di Roberta, ancora intenta a cagare: "Che succede? Chi è che grida qui fuori?"
Non dimenticherò mai il ghigno che si disegnò sul volto di Elisa.
"Vieni ad aprirci, Roberta", disse. "E ti spiego tutto".
Ero come paralizzato. Non sapevo cosa fare. Fuggire? Quella guastafeste di Elisa poteva rovinarmi andando a raccontare a tutti la cosa. Dovevo cercare di salvare la situazione a parole.
Un attimo dopo Roberta venne ad aprire e la sua testa fece capolino dallo spiraglio della porta.
"Allora, si può sapere cosa succede? Perchè gridate qui fuori dalla porta del cesso?"
"Perchè questo porco qui", rispose Elisa "si toccava il cazzo mentre dal buco della serratura ti spiava cagare. L'ho colto in castagna!"
La bocca di Roberta si spalancò per la sorpresa. Mi sentii morire.
"Davvero?" mi chiese lei. "Ma che razza di pervertito sei?"
"Non è proprio così, io non volevo guardare ma..."
"Come sarebbe a dire che non volevi!" m'interruppe bruscamente Elisa. "Anzi, dato che ti eccitava molto, vieni a vedere lo spettacolo da più vicino!"
"Co..cosa?" farfugliai.
Lanciò uno sguardo d'intesa a Roberta, mi afferrò per l'orecchio, mi trascinò dentro al cesso e chiuse a chiave la porta. Solo allora notai che Roberta aveva ancora le mutandine abbassate.
"Roby, hai finito di cagare?" chiese Elisa.
"Niente affatto! Ho liberato solo il primo stronzo. Ho la pancia piena di merda, sono due giorni che non riesco ad andare di corpo".
"Ottimo! Sarà un piacevole spettacolino per questo bastardo!"
"Cos'avete in mente?" domandai incredulo.
"Nessuno ha chiesto la tua opinione. Ora sdraiati per terra... sarai il cesso di Roberta.."
Senza neanche rendermene conto, mi tolsi la camincia e mi sdraiai sul pavimento. Subito quella gran fica di Roberta si accucciò sulla mia faccia.
"Leccami un po' il buco" sussurrò eccitata. "Leccalo, pulisci la strada per il secondo stronzo".
Esitai un attimo. Poi, timidamente, cominciai a leccare il culo di Roberta, sporco di merda.
"Sììììììììì", gemeva lei, "Dai maiale, pervertito bastardo, leccami il buco merdoso"
Ubbidivo ai suoi ordini senza protestare. All'improvviso, mentre leccavo solerte, Roberta mollò uno scoreggione pazzesco.
"Goditi la mia puzzetta", disse. "Goditela tutta, maiale... mmmm, senti che buon aroma..."
Poi la punta dello stronzo cominciò a uscire. Qualche istante dopo mi piombò in faccia.
"Ehi" esclamò d'un tratto Elisa, che guardava divertita la scena. "Ma questo maiale è ancora eccitato!" Indicò l'inequivocabile bozzo nei miei pantaloni. "Mi sà che il tuo culetto merdoso gli piace molto..."
"Guardate che io..." Ancora una volta, le mie parole furono bruscamente interrotte da Elisa.
"Tu pensa a leccare il culo di Roberta!" Così, senza alternative, tirai fuori la lingua e ripresi a leccare.
Ma in fondo era vero. Nonostante lo schifo, nonostante tutto, ero eccitato.
Ad un tratto sentii la mano di Elisa sul mio pacco. Mi slacciò i pantaloni e impugnò il mio pene durissimo.
"Se lecchi bene", mi disse, "avrai un bel premio. Ti faremo venire. Ma prima dovrai ricevere tutta la merda di Roberta... e poi anch'io devo svuotare il pancino".
Cominciò a masturbarmi velocemente. Come ero prossimo all'orgasmo si interrompeva per qualche secondo, poi ricominciava.
Era abile.
Quando Roberta ebbe finito di cagare, le ripulii per bene tutto il culo, poi le due troie si scambiarono di posto.
Roberta me lo prese in mano ed Elisa, tanto per cominciare degnamente, mi mollò un potente scoreggione in faccia.
"Annusa..." disse, "Annusa la mia scoreggia, maiale... ora arriva un bel carico di merda tutto per te..."
Fu di parola. Qualche minuto dopo, disgustato, umiliato eppure terribilmente eccitato, venni nella mano di Roberta.
"Credo proprio che tu debba farti una bella doccia", disse Elisa, e tutte e due scoppiarono a ridere fragorosamente.

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