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La Cosa Più Divina

1

"Non c'è cosa più divina che scoparsi la cugina".
Così recita il detto, stoltamente.
Ci sono in verità molte cose che possono risultare assai più gradite... e parlo per esperienza.
Mi presento, innanzitutto. Il mio nome è Filippo. Ho venticinque anni e voglio raccontarvi un'avventura accaduta giusto un paio di mesi fa.

Vivo ancora con i miei, quasi un dramma alla mia età, perchè ho bisogno di spazi, tranquillità e privacy. Ma finchè non mi laureo devo accontentarmi. Studio Architettura, se a qualcuno interessa - ma ne dubito.
La mia famiglia è composta, oltre che dal sottoscritto, da mia madre Pamela, una bellissima donna di quarantacinque anni, formosa con tutte le curve al posto giusto, mio padre Aldo che è sempre via per lavoro, e Marianna, mia sorella. Quest'ultima ha da poco compiuto ventidue anni ed ha un carattere tutto pepe. E' anche una ragazza meravigliosa: non formosa come mamma, ma ha un fisico asciutto, una seconda abbondante di seno, ed un culetto che ti verrebbe voglia di prendere continuamente a pizzicotti. Sia mia madre che mia sorella hanno sempre avuto molti corteggiatori; si potrebbe anzi dire che nel nostro quartiere sono quasi tutti innamorati di loro due.

Insomma, vi racconto cos'è accaduto, l'incredibile avventura al cui ricordo, anche in questo momento, sento il cazzo gonfiarsi.
Due mesi fa ero uscito di casa in mattinata e mi ero recato all'università. Mio padre era via per lavoro, affari che richiedevano la sua presenza a molti chilometri da casa.
Nei miei progetti - e così avevo comunicato a mia madre - sarei dovuto rientrare in tarda serata; ma poichè alcuni miei amici avevano l'influenza e le lezioni sembravano più noiose che mai, decisi di disertare i corsi e rientrai con largo anticipo.
Poco dopo l'ora di pranzo, infatti, ero in casa. La macchina di mia madre e quella di mia sorella erano parcheggiate nel vialetto; entrambe erano in casa, quindi.
Aprii la porta ed entrai, sicuro di trovarle a parlottare in soggiorno. Non c'erano. Sbirciai in cucina, ma non le trovai neanche lì.
Che si stessero riposando? Ma no, era improbabile. Non riposavano mai il pomeriggio, non subito dopo pranzo.
Feci qualche passo incerto, poi cominciai a sentire dei rumori.
Gemiti soffocati.
Che una delle due si fosse sentita male? Non so perchè, ma mi sembrava improbabile.
I gemiti s'intensificarono.
Provenivano dalla camera da letto di mia madre.
Mi avvicinai in punta dei piedi, cercando di capire cosa stesse capitando.
Afferrai la maniglia, la feci ruotare ed aprii la porta... accorgendomi, in quel preciso istante che si trattava di gemiti di godimento.
Stupito e confuso entrai nella stanza.


2

Agli occhi mi si presentò uno spettacolo incredibile. Mi ci volle un bel po' per superare lo choc iniziale.
Mia madre era sdraiata sul letto, a gambe aperte. Indossava solo un reggiseno di pizzo nero che a stento conteneva le sue grandi poppone.
Tra le sue gambe riconobbi la chioma rossa di mia sorella. La troietta le stava slinguando ben bene la figa.
Mia sorella era in mutandine e reggiseno neri. Era davvero meravigliosa. Non l'avevo mai vista con gli occhi con cui la vedevo ora.
Le due maiale non si accorsero subito della mia presenza. Erano molto prese da quello che stavano facendo. Mamma accompagnava con la mano la testa di mia sorella, godendosi a fondo la sua lingua. Gemeva come una vacca in calore.
"Brava amore mio..." diceva "che brava figliola che sei... leccami bene la figa... così... ti piace la topa di mamma, vero?"
"Mmmm sì... mmmm... mi piace tanto" mugugnava mia sorella tra una leccata e l'altra.
Io non sapevo che fare. Me ne stavo lì, immobile sulla soglia, senza neanche riuscire a pensare. Nel frattempo, però, il mio cazzo si stava gonfiando inesorabilmente.
Che ci potevo fare? Era una scena davvero troppo arrapante.
Poi, per puro caso, gli occhi di mia madre, che erano socchiusi in un'espressione di intenso godimento, si aprirono e incrociarono i miei. Vidi prima la sopresa sul suo volto, poi la vergogna. Cercò di staccarsi da mia sorella, la quale, ancora ignara, alzò la testa (mi dava le spalle) e disse:
"Che c'è mamma? Vuoi che smetta? Non ti piace più?"
Mia madre non riuscì a dire niente, ancora paralizzata dalla sopresa e dalla vergogna. Sì limitò a indicarmi con un dito.
Mia sorella si girò e mi vide. La sua bocca si spalancò per la sorpresa e le sue guance divennero rosse come un peperone.
"Cazzo, Filippo!!!" esclamò mia sorella.
Poi ci fu silenzio. Ci limitammo tutti e tre a guardarci. Io non dissi niente. Non sapevo cosa dire.
Poi lo sguardo di mia madre cadde sul mio pacco. Vide il gonfiore... e un sorriso le comparve sulle labbra.
Un sorriso malizioso, da grande porca.
Poi afferrò mia sorella per i capelli e le sbatté di nuovo la figa in faccia.
"Torna a leccarmela, amore mio" disse. "Filippo mi sembra gradire lo spettacolino..."
Ed era vero. Riuscii a vincere lo stupore e mi avvicinai al letto, più eccitato che mai. Mi sistemai accanto a mia madre e le accarezzai il seno. Lei mi prese la testa e mi infilò la lingua in bocca. Limonammo come due innamorati, talvolta dolcemente, talvolta in modo più selvaggio. Le nostre lingue lottarono a lungo. Nel frattempo palpavo quelle bocce incredibili. Ah, che meraviglia!!!
Così, mentre continuavo a pomiciarmela, le abbassai le coppe del reggiseno. Poi, dopo averle dato un ultimo bacio sulle labbra, mi dedicai ai suoi capezzoli. Li leccai e succhiai per bene. Lei apprezzava.
"Oh Filippo", gemeva... "goditi per bene le mie poppe... sì... senti come sono buone le poppe della mamma..."
Mia sorella intanto continuava a leccarle la figa.
Poi mia madre cominciò ad accarezzarmi il pacco. Mi slacciò i calzoni e mi prese in mano il cazzo. Cominciò a masturbarmi dolcemente, mentre io le leccavo le tettone. Era una favola.
"Amore" mi disse dopo un po' "Perchè ora non ti dedichi un po' anche a tua sorella?"
Accolsi la richiesta al volo. Scesi dal letto e mi sistemai dietro a mia sorella, che nel frattempo continuava con gran divertimento a leccare la figa di mamma. Le feci togliere le mutandine e mi apparve il suo meraviglioso buco di culo. Cominciai a leccarlo felicissimo. Lei gemeva, godendosi il trattamento.
"Oh sì, infilami la lingua nel culo, fratellone!"
Le sue parole mi eccitavano ancora di più, più di quanto non fossi. Così le leccavo il culo infoiatissimo.
Slurp... slurp...
Nel frattempo le masturbavo la fichetta, non disdegnando di darle ogni tanto qualche bella leccata.
D'un tratto sentii la voce di mia madre:
"Ora basta Filippo. Basta con la lingua. Che ne dici di sollazzare tua sorella con qualcosa di più grande?"
Il mio cazzo, durissimo, s'invigorì ancor di più.
"Forza, Filippo", m'incalzò mia madre. "Fai il culo a tua sorella..."
Appoggiai il mio cazzo a quel buco di culo divino. Mentre iniziavo a spingere dolcemente, mia sorella alzò il viso dalla figa di mia madre, si voltò e mi disse, guardandomi dritto negli occhi:
"Avanti fratellino, sbattimelo nel culo. Dai, incula per bene tua sorella..."
Libidine!


3

Impossibile descrivere quanto quel buco stretto e caldo mi apparisse invitante. Glielo spinsi dentro con dolcezza, assaporando ogni centimetro di quell'antro meraviglioso.
Scivolò senza alcuna difficoltà, e mia sorella emise un lungo gemito di piacere.
Ce l'aveva bello largo il culo, la troia.
"Si fratellone, inculami per bene" gemeva Marianna, infoiatissima.
Mentre l'accontentavo, accelerando gradualmente il ritmo delle spinte, dissi:
"Ce l'hai bello rotto il culo, senti qua. Dimmi un po', quanti cazzi hai preso?"
"Oh, nel mio dolce culino tanti" mi rispose, la voce spezzata dall'eccitazione. "Mi piace più prenderlo nel culo che nella fighetta... mi sono fatta inculare da quasi tutti i miei amici... anche quelli più brutti e grassoni... ma ora dammi il tuo Filippo... scopami bene il culo..."
Facevo del mio meglio.
Mentre spingevo, mi accasciai su di lei e le leccai la schiena. Lei gradì molto: a testimonianza del suo apprezzamente sentii un lungo gridolino di piacere.
Venne spudoratamente, come una cagna.
Io resistevo ancora, e prima di sborrare avevo voglia di provare anche la mamma. Mi sembrava giusto godermi un po' anche la sua figa, dopo il culo di mia sorella.
Così mi sfilai da quel buco e mi sdraiai sul letto. Mamma interpretò immediatamente i miei desideri e mi salì a cavalcioni, facendosi scomparire il cazzo nella figa.
Cominciò una dolce cavalcata; mentre il mio cazzo entrava ed usciva dalla figa, io le leccavo quelle belle tettone che ballonzolavano proprio davanti ai miei occhi.
"Oh sì, figliolo" ansimava la vacca "Fotti per bene la tua mammina... dammi tutto il tuo cazzo... mmm... senti che bello... com'è duro... e grosso... Non ho mai provato un cazzo così..."
"Prendilo mamma" rispondevo io, spingendo più forte e succhiando quei grossi capezzoli "Prendi il cazzo di tuo figlio, troia depravata..."
"Sì, sono una depravata... una depravata che si è perdutamente innamorata del cazzo di suo figlio... oooh amore... e chi ci rinuncia più..."
Nel frattempo mia sorella, dopo qualche minuto in cui era rimasta a guardare affascinata la scena, si sistemò dietro la mamma, che continuava a cavalcarmi senza tregua, e cominciò a leccarle il culo.
"Oh!" gemeva mamma "che bello! Tutti e due i miei figlioli impegnati nel darmi piacere... che maialini che siete..."
"Con una vacca come te" risposi "non potevamo crescere diversamente..."
Lei si abbassò su di me e, sempre tenendo il cazzo ben piantato in figa, m'infilò la lingua in bocca. Pomiciammo un po', poi esclamò:
"Adesso fammi il culo, Filippo... dai amore mio, lo voglio anche io dietro".
Si sitemò carponi sul letto ed io mi preparai a penetrarla. Mia sorella aveva inumidito per bene il buco e tutto era pronto. Inoltre, anche il culo di mamma era bello slargato: chissà quanti cazzi aveva ricevuto la troia!
"Avanti figlio mio" m'incalzò "che aspetti? Sbattilo tutto dentro il culo di mamma..."
Eseguii il suo ordine con sommo piacere. Cominciai ad incularla aggrappandomi alle sue morbide ed enormi tettone. La montai a lungo, con colpi rapidi e profondi. Lei gemeva, ansimava, rantolava, travolta dal godimento.
"Oh sì sì sì!" sussurrava "fai il culo alla mamma! Così, da bravo... sbattimelo tutto dentro... porco... sei un porco... stai inculando la tua mammina... la tua dolce e perversa mammina tettona..."
Sentivo l'orgasmo ormai vicino. Glielo dissi:
"Mamma, sto per venire! Non riesco più a trattenermi!"
Lei allora spinse il suo culo contro il mio cazzo con maggior vigore.
"Vieni, allora! Vieni dentro al culo della tua mamma! Dai, allagami di sperma, porco!!!"
Fu una sborrata indimenticabile. Ebbi l'impressione di venire per mezz'ora di seguito. Le riempii per bene il culo della mia crema bianca, poi mi sdraiai supino sul letto, esausto.
Mia sorella invece si avventò con la lingua sul culo di mamma. Cominciò a leccare tutto lo sperma che ne fuoriusciva, sospirando soddisfatta.
"Com'è buono", disse, quando ebbe finito di bere tutto.
Che adorabile troia! Che famiglia di puttane!
Ebbene sì, pensai, eccome se c'è cosa più divina che scoparsi la cugina...

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